AgenPress. “Il messaggio più importante della giornata di oggi è avere sottolineato l’importanza della cultura della prevenzione. Si tratta di un tema complesso e sappiamo come gli stereotipi possano essere scardinati solo attraverso un lavoro lungo, con risultati che vedremo solo sulla lunga distanza”.
Lo ha detto la ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, nel corso della conferenza “Il ruolo dell’Università nel contrasto alla violenza di genere. Per la costituzione della rete accademica UN.I.RE. a dieci anni dalla firma della convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica” promosso dalla Rete Accademica UN.I.RE. con la Commissione Parlamentare d’inchiesta sul Femminicidio.
“Dal 2018 a oggi si è creato un movimento forte, al quale hanno aderito 66 università. Si sono raccolti dati, informazioni, si sono scambiate pratiche, metodi di sensibilizzazione. È stato un lavoro complessivamente positivo che ora bisogna portare ad alcune piccole implementazioni. Ad esempio, nel campo della ricerca, per comprendere ancora meglio il fenomeno dal punto di vista sociale, sanitario, giuridico, psicologico ed economico. L’altro aspetto fondamentale è agire sull’insegnamento generale, non solo quello dedicato ai professionisti. Abbiamo discusso della possibilità di lavorare con la CRUI per prevedere che l’inserimento e la promozione di corsi o di momenti di confronto sui temi legati alla violenza di genere possano essere riconosciuti come premialità sia per i docenti sia per gli studenti”.
“Partire dalla conoscenza aiuta a prevenire. Purtroppo, non si è mai investito molto sulla prevenzione. L’insegnamento consiste nel fornire strumenti di interpretazione, di conoscenza, anche di lotta verso atteggiamenti violenti che spesso iniziano dalla violenza verbale. A volte le parole possono essere macigni e noi lavoriamo con le parole. L’università lavora con le parole, forse è il luogo più adatto per sapere e per capire come le parole debbano essere usate in modo appropriato”.
Il ministro Messa ha sottolineato poi come un altro aspetto da considerare sia la rigenerazione urbana. “Molte università vengono realizzate in aree degradate proprio per tentare di risollevarle. In questo senso, oltre a quello sul lavoro e sulla povertà educativa, l’impegno per gli aspetti sociali e per la violenza di genere deve essere molto importante”.
“Tutto questo deve essere fatto con uno sguardo che sia contemporaneamente locale e internazionale. È molto importante mantenere un continuo scambio con i Paesi europei ma anche extraeuropei, facendo proprie le finalità della Convenzione di Istanbul e amplificando gli effetti delle azioni messe in campo”.
“Il ministero dell’Università e della Ricerca opererà per mettere in atto delle iniziative che rafforzino questo potere di trasformazione che l’università può avere: se non ci si trasforma attraverso la formazione dubito che ci si possa trasformare. Lavoreremo per favorire iniziative qualificate e mirate come è stata la Rete UNIRE, iniziative che abbiano un chiaro impatto anche sulle persone e sull’elaborazione di ulteriori aspetti legislativi piuttosto che del recupero di chi è nelle carceri. Per incentivare ricerche su percorsi interdisciplinari, fare assumere al tema dell’equità di genere, del contrasto agli stereotipi quello di priorità culturale, politica, scientifica ed economica”.
“Credo che porre in rilievo il sistema educativo, formativo e delle buone pratiche e delle azioni sui nostri giovani sia molto importante, così come è molto importante che in questo processo siano coinvolti indistintamente donne e uomini”.