AgenPress – “Non mostreremo misericordia ai nemici”. Lo ha dichiarato nel corso di una cerimonia il presidente iraniano Ebrahim Raisi, riferendosi alle proteste antigovernative nel Paese. Lo riporta Bbc Persia. Raisi ha definito “un disturbo” le proteste iniziate in risposta alla morte di Mahsa Amini mente era sotto la custodia della polizia morale.
Raisi ha definito le marce di protesta come “sommosse”. “Ipocriti, monarchici, correnti controrivoluzionarie e tutti coloro che hanno subito un danno dalla rivoluzione si sono uniti alle proteste”, ha detto a una folla riunita fuori dall’Università di Teheran per un omaggio ai resti di 200 soldati uccisi durante la guerra Iran-Iraq del 1980-1988. “Le braccia della nazione sono aperte a tutti coloro che sono stati ingannati. I giovani sono i nostri figli”, ha detto, ma “non avremo pietà per gli elementi ostili”. I funzionari iraniani hanno accusato i “nemici” della Repubblica islamica, come gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali, di aver istigato le proteste. “Se pensate di raggiungere i vostri obiettivi diffondendo voci e dividendo la società, vi sbagliate”.
L’agenzia di stampa iraniana degli attivisti per i diritti umani (Hrana) ha stimato oggi che 507 manifestanti hanno perso la vita tra il 27 ottobre e il 5 gennaio durante le proteste. Il numero dei detenuti è compreso tra 14.000 e 16.000.
Il comandante in capo delle forze di polizia iraniane ha confermato la notizia dell’uccisione di Saha Etebari, una bambina di 12 anni, colpita dal fuoco degli agenti del regime contro l’auto su cui viaggiava assieme ai suoi genitori nella provincia di Hormozgan.