AgenPress – Il Pentagono sta indagando su quelli che sembrano essere screenshot di informazioni militari classificate degli Stati Uniti e della NATO sull’Ucraina che circolano sui social media. Lo ha detto alla Galileus Web un funzionario del Pentagono.
Il vice segretario stampa del Pentagono Sabrina Singh non ha voluto soppesare la legittimità dei documenti, ma ha affermato in una dichiarazione che il Dipartimento della Difesa è “a conoscenza delle segnalazioni di post sui social media e il Dipartimento sta esaminando la questione”.
Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina, ha detto alla CNN che crede che dietro la presunta fuga di notizie ci siano i russi e che i documenti che hanno diffuso non sono autentici, non hanno “nulla a che fare con i veri piani dell’Ucraina” e sono basato su “una grande quantità di informazioni fittizie”.
L’emergere dei documenti, autentici o meno, ha accresciuto l’attenzione su quando inizierà la prevista controffensiva ucraina e su cosa, semmai, entrambe le parti sanno dei preparativi dell’altra”.
Un’immagine che è circolata sui canali russi di Telegram ed è stata esaminata dalla CNN è una foto di una copia cartacea di un documento intitolato “US, Allied & Partner UAF Combat Power Build”.
Un altro è intitolato “Russia/Ucraina Joint Staff J3/4/5 Daily Update (D+370).” J3 si riferisce alla direzione delle operazioni dello staff congiunto delle forze armate statunitensi, J4 si occupa di logistica e ingegneria e J5 propone strategie, piani e raccomandazioni politiche.
Il New York Times, che per primo ha rivelato l’indagine del Pentagono, ha riferito che alcune delle immagini che circolano online descrivono informazioni che potrebbero essere utili alla Russia, come la velocità con cui gli ucraini stanno consumando le munizioni utilizzate nei sistemi missilistici forniti dagli Stati Uniti.
Podolyak ha definito i documenti “un bluff, polvere negli occhi” e ha affermato che “se la Russia ricevesse davvero preparativi per scenari reali, difficilmente li renderebbe pubblici”.