AgenPress – Il rispetto dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina deve essere al centro di qualsiasi accordo di pace, così come il primato della Carta delle Nazioni Unite”. C’è una prima intesa, secondo alcune fonti Ue, al termine della prima giornata del meeting di Gedda, in Arabia Saudita. Un risultato non scontato per questi colloqui da tutti ritenuti come difficili, vista la partecipazione di 40 Paesi di cui molti su un fronte se non opposto, almeno diverso rispetto a quello della coalizione occidentale.
Secondo le stesse fonti è stata poi decisa la formazione di gruppi di lavoro “sui temi chiave dei dieci punti per la formula della pace proposta da Kiev”, dalla sicurezza nucleare a quella alimentare globale, fino agli aiuti umanitari e alla restituzione dei bambini deportati. I consiglieri nazionali dei diversi Paesi hanno quindi concordato un possibile incontro a livello di capi di Stato e di governo, i cui tempi “sono ancora in sospeso, ma prima della fine dell’anno è considerato plausibile”, si spiega.
L’Arabia Saudita ospita dunque da oggi un incontro sull’Ucraina con i rappresentanti delle potenze emergenti e dei Paesi occidentali, in quello che viene visto anche come un tentativo di Riad di rafforzare la propria influenza internazionale, anche se le aspettative rimangono limitate per questa ennesima iniziativa di pace.
Alla riunione partecipano i Paesi del G7, i Paesi europei e le istituzioni Ue, e i Paesi Brics. A Gedda è arrivato anche l’inviato della Cina per gli Affari euroasiatici, Li Hui, che si è detto determinato a contribuire a “una soluzione politica della crisi ucraina“. La Russia non è tra gli invitati, anche se il Cremlino ha affermato che farà attenzione agli sviluppi che verranno dal negoziato. Sul tavolo si parte dalla formula di dieci punti proposta per la pace dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
“Mi aspetto colloqui difficili ma di successo perché tra di noi c’è la verità”, ha spiegato Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente Zelensky, che rappresenta Kiev alla riunione. “La formula di pace del Presidente Zelensky è il modo per porre fine alla guerra. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto implementando punti specifici che andranno a beneficio di tutte le altre nazioni e della sicurezza globale”, ha concluso Yermak.
La prima giornata della riunione prevedeva una sessione plenaria di circa tre ore e una cena a porte chiuse. Non sono in agenda dichiarazioni comuni, anche perché al tavolo sono presenti Paesi che hanno posizioni molto distanti.
Il Brasile, stigmatizzando l’assenza ai tavoli della Russia, ha ad esempio affermato attraverso Celso Amorim, consigliere del presidente Lula da Silva, che “qualsiasi vero negoziato deve includere tutte le parti”, compresa la Russia. “Sebbene l’Ucraina sia la vittima più grande, se vogliamo davvero la pace, dobbiamo coinvolgere Mosca in questo processo in una forma o nell’altra”, ha spiegato.
Molta attenzione dai diplomatici viene posta su quello che dirà l’inviato speciale cinese Li Hui, che non ha partecipato ai precedenti colloqui a Copenaghen. La Cina ha mantenuto stretti rapporti economici e diplomatici con la Russia dall’inizio del conflitto e ha rifiutato gli appelli a condannare Mosca. “Abbiamo molti disaccordi e posizioni diverse, ma è importante che i nostri principi siano condivisi”, ha detto prima dell’incontro.