AgenPress. “Demografia e Aree interne – I rischi dell’abbandono” è il titolo dell’edizione 2023 degli Incontri A Cesare e a Dio, l’appuntamento istituzionale della Fondazione Magna Carta. Dichiarazioni di Quagliariello, Biondi, Fassina e Procaccini.
Quagliariello (Magna Carta): “Vitalità e potenziale dei giovani fondamentali per rilancio demografico”
“Il combinato disposto tra calo delle nascite, invecchiamento della popolazione e le incertezze legate al saldo migratorio continuano ad essere una minaccia per lo sviluppo delle aree interne italiane”, lo dice il presidente di Magna Carta, Gaetano Quagliarello, avviando i lavori di A Cesare e a Dio, l’evento istituzionale della Fondazione che quest’anno è dedicato al rapporto tra demografia e aree interne. “Ancora una volta abbiamo scelto di essere a L’Aquila per la capacità che questa città ha dimostrato di rovesciare i rischi dell’isolamento offrendo ai cittadini nuove speranze e opportunità di crescita. Il nostro obiettivo è di raccogliere proposte concrete per ripopolare le città medie, la dorsale appenninica e i territori circostanti, riequilibrando il gap demografico, economico e sociale tra le aree costiere e quelle interne dell’Italia”, prosegue Quagliariello. “Per una nuova primavera demografica dobbiamo ridare vitalità e liberare il potenziale delle giovani generazioni che sono fondamentali ad assicurare la crescita unitaria e inclusiva dei nostri territori più fragili“.
Sindaco Biondi: l’Aquila sempre più laboratorio di sviluppo economico e sociale
“Un’importante occasione di confronto – grazie alla Fondazione Magna Carta – sulle nuove opportunità di sviluppo delle aree interne dell’Appennino centrale e una riflessione sulla montagna percepita solitamente come un limite”, lo dice il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, nel corso dei lavori di A Cesare e a Dio, l’evento istituzionale della Fondazione che quest’anno è dedicato al rapporto tra demografia e aree interne. “Oggi, fortunatamente, c’è un approccio diverso: all’Aquila abbiamo invertito lo sguardo, dimostrando sul campo che la marginalità non va considerata residuale, ma terreno strategico per vincere le sfide future. Innovazione, cultura, turismo e formazione, non a caso, sono parte integrante della ‘Carta dell’Aquila. Manifesto per le città delle aree interne’, promossa nel 2019 insieme ai sindaci di Ascoli Piceno, Avellino e Carpi, alla guida di contesti feriti e alle prese con la rinascita. Abbiamo lavorato su questo solco e la nuova città che si va delineando è moderna, europea, smart, inclusiva, con una forte vocazione turistica e culturale, una città vivibile e, soprattutto, fortemente legata ai piccoli Comuni del circondario, dai quali prende e fornisce linfa. La cultura – che ci porta a concorrere come Capitale italiana per il 2026 – è stata l’intuizione vincente, nata da una visione ben precisa fondata sul rilancio della città attraverso la rilettura creativa della memoria e l’esaltazione dei valori religiosi, come forme di progresso civile e di attrazione turistica. L’Aquila, che per anni è stata in credito di emozioni, si va sempre più caratterizzando come un laboratorio di idee. Esserne il sindaco è senza dubbio un scuola di vita, sia perché ogni risultato è una conquista fatta di lacrime e sangue, sia perché ti rendi conto che da solo non vai da nessuna parte, che i campanilismi devono essere messi da parte e che bisogna marciare compatti sotto un’unica bandiera”, conclude Biondi.
Fassina (Patria e Costituzione): “Meno ipermercati, più mercati rionali”
“La dotazione infrastrutturale è la variabile decisiva” per il rilancio demografico, economico e sociale delle aree interne,” lo dice il presidente di Patria e Costituzione, Stefano Fassina, nel corso dei lavori di A Cesare e a Dio, l’evento istituzionale della Fondazione Magna Carta che quest’anno è dedicato al rapporto tra demografia e aree interne. “Le infrastrutture vanno intese in senso lato: non solo quelle fisiche, per la mobilità e le comunicazioni, ma quelle della vita economica, della cultura, della vita comunitaria, dello sport. È evidente che è necessario una radicale mutazione del paradigma economico: insistere sulla massimizzazione del profitto come criterio assoluto porta alla concentrazione della produzione e sull’organizzazione della vita intorno ad esse. Ad esempio, più mercato ambulanti e meno iper-mercati e centri commerciali; più banche cooperative e meno mega-conglomerati finanziari,” conclude Fassina.
Procaccini (FDI/ECR): “Investimenti su famiglia e infrastrutture sfide strategiche”
“L’Unione europea dovrebbe occuparsi di poche ma importanti questioni, fare meno e meglio. Gli investimenti nelle grandi infrastrutture insieme alla difesa e alla promozione della famiglia intesa come cellula fondamentale delle nostre società rappresentano oggi due sfide strategiche per il rilancio demografico, economico e sociale anche delle aree interne italiane,” lo afferma Nicola Procaccini, eurodeputato e co-presidente del gruppo ECR al Parlamento UE, intervenendo a margine dei lavori di A Cesare e a Dio, l’evento istituzionale della Fondazione Magna Carta che quest’anno è dedicato al rapporto tra demografia e aree interne. “In Europa,” prosegue Procaccini, “occorre ricomprendere le grandi infrastrutture fisiche e tecnologiche nel novero di quegli investimenti virtuosi che andrebbero scomputati dal Patto di stabilità e crescita. Gli investimenti nelle grandi infrastrutture rappresentano infatti un importante moltiplicatore per l’economia italiana e lo sviluppo europeo a livello globale”.