25 novembre: Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

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La Fondazione Insigniti OMRI ribadisce il proprio impegno nella lotta alla violenza di genere, con un’attenzione particolare al ruolo dei media nella costruzione di una cultura del rispetto, promuovendo una comunicazione responsabile come strumento di prevenzione e sensibilizzazione


AgenPress. In occasione di questa giornata, la Fondazione Insigniti OMRI ribadisce il proprio impegno nella lotta alla violenza di genere, con un’attenzione particolare al ruolo dei media, dai social network ai videogiochi, nella costruzione di una cultura del rispetto. Attraverso iniziative educative e di sensibilizzazione, la Fondazione promuove una comunicazione responsabile come strumento fondamentale per prevenire la violenza e costruire una società più giusta e consapevole.

Istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ci richiama a un impegno che non può limitarsi a una ricorrenza annuale, ma deve tradursi in azioni quotidiane e concrete. In questi 25 anni, l’Italia ha compiuto significativi passi avanti sul piano legislativo: dalla legge contro la violenza familiare (2001) all’introduzione del reato di stalking (2009), fino al Codice Rosso (2019) e alle misure più recenti del 2023 per prevenire il femminicidio.

Tuttavia, il dato più drammatico resta la persistente incidenza della violenza contro le donne, richiamandoci a una riflessione: le leggi, per quanto indispensabili, non possono da sole spezzare un fenomeno così radicato. La violenza affonda le sue radici in dinamiche culturali, educative e relazionali che devono essere affrontate con un approccio integrato, capace di intervenire alla radice del problema.

Come presidente della Fondazione Insigniti OMRI, sostengo da anni che, per proteggere le vittime, è altrettanto necessario educare e curare i carnefici, investendo in tale ambito senza sottrarre risorse ai centri antiviolenza. Per troppo tempo, questa prospettiva è stata respinta, temendo che ridimensionasse la gravità del crimine. Oggi, invece, cresce la consapevolezza dell’importanza di agire alla fonte del problema, come dimostrano le esperienze del Centro di Ascolto per Uomini Maltrattanti (CAM) di Firenze, attivo dal 2009. Attraverso percorsi psicologici e psicoeducativi, questi centri responsabilizzano gli aggressori, aiutandoli a riconoscere e modificare comportamenti violenti, prevenendo la recidiva e interrompendo il ciclo della violenza.

Oltre all’aspetto repressivo, la prevenzione richiede un cambiamento culturale profondo, fondato sull’educazione al rispetto, sulla gestione delle emozioni e sul rifiuto della violenza come mezzo di relazione. Un cambiamento che deve coinvolgere attivamente anche gli uomini, affinché diventino portatori di un modello di relazione non tossica e non violenta.

In questo contesto, un ruolo cruciale è giocato dalla comunicazione. Linguaggi e immagini veicolati dai media hanno un impatto significativo nella formazione di valori e comportamenti. Social media e media tradizionali, se mal utilizzati, possono normalizzare la violenza e diffondere stereotipi, soprattutto tra i giovani. Contenuti come videogiochi, pubblicità o programmi che oggettivano i corpi o spettacolarizzano l’aggressività possono influenzare negativamente la percezione di ciò che è accettabile, alimentando una cultura di prevaricazione.

Fenomeni emergenti come il sexting e il cyberbullismo di genere dimostrano il potenziale distruttivo delle piattaforme digitali, dove anonimato e assenza di filtri favoriscono forme di umiliazione e aggressione, spesso rivolte contro le donne. Anche i media tradizionali, perpetuando modelli culturali che banalizzano la violenza e rafforzano stereotipi di genere, contribuiscono a questo problema.

Affrontare questa realtà richiede un intervento coordinato, che coinvolga scuole, famiglie, comunità e piattaforme digitali, insieme a una maggiore responsabilità da parte dei media. Educare alla comunicazione responsabile e promuovere il controllo dei contenuti sono passi essenziali per prevenire la violenza e costruire una società basata sul rispetto, la dignità e l’empatia, sia online che offline.

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