AgenPress. In occasione dell’imminente Giorno della Memoria, ribadiamo con forza il nostro impegno a mantenere viva la memoria della Shoah e a contrastare ogni tentativo di banalizzazione e strumentalizzazione. La Shoah è una ferita incancellabile della Storia dell’umanità, la cui unicità deve essere compresa realmente per evitare che l’orrore si ripeta. Siamo qui per difendere la memoria contro ogni forma di negazionismo, riduzionismo o relativizzazione. La memoria è il ponte che ci lega al passato, ma anche lo strumento per costruire un futuro libero dall’odio e dall’intolleranza.
Purtroppo, negli ultimi mesi abbiamo assistito a episodi inquietanti: testimoni sopravvissuti alla Shoah, come Sami Modiano, Edith Bruck e Liliana Segre, sono stati bersaglio di campagne d’odio online, con commenti denigratori che ne mettevano in discussione l’integrità. Loro portano sulla propria pelle e nel proprio cuore le cicatrici di quell’orrore ed è inaccettabile che la loro figura sia oggetto di mistificazione e relativizzazione della tragedia subita per favorire una narrativa distorta. Un chiaro tentativo di ribaltamento del senso di colpa per la Shoah. Noi giovani abbiamo il compito di essere i custodi della memoria e i difensori di chi ha avuto il coraggio di raccontare. La loro testimonianza è un faro di verità che non può essere oscurato.
Con il trascorrere degli anni, e la recente scomparsa di alcuni Sopravvissuti, la cosiddetta “era del testimone” si sta avviando alla sua conclusione. Questo inevitabile passaggio storico ci invita a una riflessione profonda: come possiamo assicurarci che il messaggio della Memoria venga trasmesso alle nuove generazioni?
La risposta ci arriva da una riflessione di Elie Wiesel, Premio Nobel per la Pace e autore del romanzo La notte. Secondo il sopravvissuto alla Shoah, la chiave per ricordarla è l’Haggadah, il testo che ogni anno il popolo ebraico legge durante le prime due sere di Pesach per rivivere l’uscita dall’Egitto. Solo così, la memoria diventa viva e personale. Questo ci insegna che anche noi dobbiamo fare nostra la memoria della Shoah, studiarla e condividerla, affinché non venga mai dimenticata. Wiesel sosteneva che “il contrario della memoria non è l’oblio, ma l’indifferenza“. Si tratta di un atto di giustizia verso chi non può più parlare e un monito per le generazioni future, affinché l’indifferenza non trovi più spazio.
In un mondo in cui il tempo rischia di affievolire il ricordo, noi tutti, in particolare i giovani, dobbiamo essere custodi della Memoria. Non possiamo permettere che il silenzio prenda il posto delle voci di chi ha vissuto la tragedia.
Perciò, per rafforzare questo impegno, invitiamo tutti a unirsi alla nostra campagna pubblicando contenuti sui social media utilizzando l’hashtag #WeAreTheMemory e taggando @ugei.it:
Condividi una testimonianza, una citazione o un pensiero che ti ha colpito;
Racconta cosa significa per te il Giorno della Memoria;
Partecipa agli eventi commemorativi, documentali e condividili.
La memoria è un impegno, un atto di responsabilità e un dovere morale.