Liberazione Almasri. Tajani: io non c’entro nulla. Sulla vicenda uno, due, tre casi fanno pensare male

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AgenPress – “Io questo tema l’ho posto, qualcuno andrà la prossima settimana. Io no perché non c’entro nulla, Salvini ha detto che può andare, ma in realtà la questione non riguarda neanche lui”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un colloquio con il Fatto Quotidiano, sul caso Almasri, rimpatriato in Libia con un volo di Stato, il Parlamento chiede alla premier Giorgia Meloni di riferire in aula.

“Poi se ci coinvolgono come vicepresidenti del Consiglio è un altro discorso.  Posso assicurare che non abbiamo fatto riunioni su Almasri.  Il 17 gennaio abbiamo parlato di immigrazione e di persone che circolano liberamente. C’è un buco di 48 ore prima del rimpatrio di Almasri e Nordio poteva risolvere la questione con un tratto di penna, ricostruisce Il Fatto. “No, è arrivato un documento di 40 pagine con le accuse in inglese, da tradurre: non è così semplice”.

“Sulla vicenda Almasri uno, due, tre ’casi’ fanno pensare male. Non vorrei che ci fosse veramente un attacco politico, anche magari con il sostegno di qualcun altro, all’estero”, ha detto nel corso dell’intervista a Paolo Del Debbio. “Non va bene così perché si fa anche un danno all’immagine del nostro paese a finire su tutti i giornali internazionali come se metà dei membri del governo fossero dei pericolosi criminali perché sono indagati della magistratura”.

Almasri è stato arrestato in Italia dopo aver attraversato mezza Europa. “Perché la Corte penale internazionale non ha fatto richiesta di arresto di questo signore quando non era in un altro Paese europeo e lo ha fatto proprio mentre era in Italia?”.

Sull’atto dovuto della procura di Roma, che per Meloni è invece un “atto voluto”, Tajani ribadito: “Parlo di giustizia a orologeria perché la decisione del procuratore di Roma Lo Voi di iscrivere nel registro speciale degli indagati presso il Tribunale dei ministri è avvenuta guarda caso il giorno prima dell’intervento in Aula dei ministri Nordio e Piantedosi che dovevano raccontare quello che è successo. Si poteva aspettare forse qualche giorno, valutare meglio, perché tanta fretta nel prendere questa decisione? A pensare male ogni tanto si fa bene. La stragrande maggioranza dei magistrati non credo la pensi come chi vuole travalicare il proprio potere e attaccare il governo. Ma è una storia antica quella di alcune parti della magistratura, vogliamo la riforma della giustizia proprio per depoliticizzare la magistratura”, ha aggiunto Tajani, secondo cui “bisognava fare l’esatto contrario di quello che è stato fatto”.

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