Non è accettabile morire per un pugno di riso o farina, dove sta l’umanità.
Solo nelle ultime 24 ore, a Gaza, sono morte più di 19 persone per fame. Ogni giorno muoiono da 25 a 35 bambini, l’equivalente di una classe scolastica cancellata quotidianamente. Ad oggi si contano oltre 18.000 bambini morti, di cui 16.500 sono arrivati negli ospedali, ormai al collasso
AgenPress. Con la voce e la responsabilità che derivano dalle mie funzioni e dalla mia esperienza di medico, di giornalista internazionale e di rappresentante delle nostre associazioni e comunità del mondo arabo in Italia, rivolgo un appello urgente e accorato affinché sia fermata immediatamente la tragedia che si sta consumando a Gaza ed in Palestina.
I dati sono devastanti: il bilancio delle vittime continua a crescere di ora in ora, con decine di persone uccise mentre attendevano semplicemente un sacco di farina o un po’ di cibo. Sono madri, bambini, uomini disperati, che muoiono non per il conflitto diretto, ma per la fame e per il fuoco rivolto contro chi è già stremato. Non è accettabile morire per il pane.
Attacco alla Chiesa cattolica della Sacra Famiglia
A questo orrore si aggiunge il colpo inferto alla Chiesa cattolica della Sacra Famiglia di Gaza, un luogo di preghiera e di rifugio, colpito da un colpo di artiglieria. Tre vite innocenti sono state spezzate, altre persone ferite, compreso il parroco che offriva accoglienza e conforto. Attaccare qualsiasi luogo sacro, è una ferita al cuore dell’umanità.
Il diritto umanitario non può restare lettera morta
Le giustificazioni di “errori di tiro” non possono più bastare. Le comunità religiose, i rifugi civili, le file per il cibo devono essere dichiarati e protetti come zone inviolabili, sotto la supervisione internazionale. Il diritto umanitario, sancito dalle convenzioni internazionali, non può restare lettera morta.
Dati drammatici
Il numero delle vittime a Gaza è salito a 58.765 martiri e sono ben 140.485 feriti dal 7 ottobre 2023.
I bambini di Gaza soffrono di denutrizione, e alcuni muoiono prima che il cibo arrivi a loro. Chi cerca il cibo rischia la vita, e molti vengono colpiti dal fuoco mentre aspettano aiuti umanitari. Non è lecito usare la fame come arma di guerra.
Nelle ultime 24 ore sono morte più di 19 persone per fame. Ogni giorno muoiono da 25 a 35 bambini, l’equivalente di una classe scolastica cancellata quotidianamente.
Ad oggi si contano oltre 18.000 bambini morti, di cui 16.500 sono arrivati negli ospedali, ormai al collasso.
Un appello fondato su dati diretti
Questi sono i bilanci drammatici che desidero denunciare in questa lettera aperta, redatta grazie ai dati raccolti e ai contatti costanti con i nostri medici, rappresentanti dell’UMEM (Unione Medica Euromediterranea) e con i giornalisti corrispondenti in Medio Oriente di AISC NEWS (Agenzia Mondiale Britannica Informazione Senza Confini), di cui sono Direttore e Fondatore.
Dal 7 ottobre 2023 abbiamo assistito a una paralisi degli ospedali superiore al 95%. Non esiste famiglia a Gaza che non stia soffrendo la fame.
Si muore ogni giorno di fame, persino mentre si fa la fila per l’acqua o per un sacco di farina. È una vergogna, è un inferno che il mondo osserva con una colpevole lentezza.
Donne incinte senza cibo, latte scaduto e prezzi inaccessibili
A Gaza ci sono oltre 60.000 donne in gravidanza senza cibo, costrette a nutrire i neonati con latte scaduto da mesi, a volte addirittura dal 2022.
Un mezzo litro di latte costa 400 shekel locali, mentre un solo litro arriva a 800 shekel, con prezzi che sono aumentati del 400%. Il costo del cibo, dei medicinali e dei beni primari è diventato insostenibile, soprattutto per bambini e anziani.
I medici locali spesso rinunciano a mangiare per dare quel poco che hanno ai bambini, ai feriti e ai malati.
La tragedia delle vittime per fame e dei feriti nei centri di aiuto
Più di 1,5 milioni di palestinesi soffrono la fame.
900 persone sono già morte di fame, di cui 71 sono bambini.
600.000 bambini sotto i 10 anni sono in pericolo di malnutrizione e morte per fame.
6.000 feriti sono stati colpiti da fuoco mentre erano in fila nei centri di distribuzione di aiuti e farina.
Negli ultimi 7 giorni si è registrato un aumento di oltre il 35% di svenimenti e mancamenti, sia per strada che prima di arrivare in ospedale, dovuti a fame, indebolimento, malnutrizione e sete.
Emergenza sanitaria
Si registra un aumento del 48% dell’incidenza delle malattie infettive tra i bambini, soprattutto a causa di patologie contagiose legate a cibi e acqua contaminati. Si osserva inoltre un incremento delle patologie oncologiche ed ematiche, dei casi di infarto, oltre a una grave carenza di sangue e di strumenti chirurgici sterili.
In molte strutture sanitarie, gli interventi vengono eseguiti senza anestesia e senza l’utilizzo di fili chirurgici sterili. È urgente incentivare l’apertura di un corridoio sanitario.
L’appello di Co-mai, AMSI, UMEM e AISC News
Chiediamo con forza alla Comunità Europea, al Governo Italiano e alle istituzioni internazionali di muoversi concretamente. La storia giudicherà ogni politico e ogni governo per le parole pronunciate, per le azioni compiute o per le omissioni.
Questa è una tragedia umanitaria e sanitaria mai vista, con bambini, anziani, donne e feriti che muoiono di fame o sotto il fuoco, mentre aspettano un aiuto che non arriva.
Non dobbiamo, non possiamo “uccidere due volte” il popolo palestinese.
Non dobbiamo accettare che la loro sofferenza venga utilizzata per fini politici, per campagne elettorali, per vendere libri o guadagnare visibilità sui palchi teatrali. Questo, come ho detto più volte, significa ammazzare i palestinesi due volte.
Anche la stessa comunità palestinese deve ritrovare unità, forza e continuità nel dare voce al proprio popolo.
È tempo di fermare questo inferno
Non è possibile morire di fame nel 2025.
Non è possibile sparare a chi attende un pezzo di pane.
Non è possibile colpire una chiesa cristiana come la Sacra Famiglia di Gaza, rifugio per sfollati. Questa è una vergogna davanti alla storia e davanti all’umanità.
Appello ai leader mondiali
Faccio appello a tutti i leader mondiali, ai governi e alle istituzioni: fermate questo massacro silenzioso, fermate la fame come arma di guerra.
A nome della Co-mai, di AMSI, di UMEM, di AISC NEWS e del Movimento Uniti per Unire, chiedo con forza:
- Un cessate il fuoco immediato, per consentire l’arrivo degli aiuti umanitari, dei soccorsi medici e la protezione delle popolazioni civili.
- Corridoi umanitari sicuri e costanti, gestiti da operatori internazionali, per garantire che cibo e medicinali raggiungano chi ne ha bisogno.
- Una protezione speciale per i luoghi di culto e i centri civili, affinché simili tragedie non si ripetano mai più.
L’Italia faccia la sua parte
Chiedo all’Italia di fare la sua parte, usando la propria voce in Europa, al G7 e all’ONU, per pretendere che questa carneficina si fermi.
Chiedo alle istituzioni europee di unirsi e di agire, non di limitarsi a condanne di facciata.
Chiedo agli Stati Uniti, che hanno influenza diretta in questa regione, di usare il loro peso diplomatico per fermare l’escalation.
Non si può più tacere: ogni ora di ritardo costa vite innocenti.
Le immagini di bambini denutriti, di famiglie disperate che cadono sotto i colpi mentre attendono aiuti, ci dicono che abbiamo fallito come comunità internazionale.
Fermiamo questo inferno
Non è più una guerra tra eserciti, è una guerra infernale e interminabile contro la dignità dell’essere umano. Difendere i più deboli è un dovere morale, religioso e civile.
Come medico, so cosa significa vedere morire una persona per mancanza di cibo, di cure, di sicurezza. Come giornalista internazionale, vedo come le parole siano ormai troppo deboli se non seguite da azioni concrete. Come rappresentante della comunità del mondo arabo in Italia e dell’associazione dei medici di origine straniera, dico con fermezza: non possiamo più permettere che la politica guardi altrove.
La mia voce, la nostra voce, è un appello alla pace, al dialogo e alla giustizia.
La politica e la storia giudicheranno tutti coloro che oggi devono esprimersi e prendere posizione, per sostenere il popolo palestinese, proteggere i bambini e fermare questo massacro fatto di fame e morte, dove si muore per un pugno di riso o un pugno di farina.
La storia, inevitabilmente, giudicherà anche chi non ha alzato la voce e non ha fatto nulla per fermare questa tragedia.
RIEPILOGO DATI GAZA (dal 7 ottobre 2023), A CURA DI CO-mai, Umem e AISC NEWS:
- 58.765 vittime
- 140.485 feriti.
- Oltre 18.000 bambini morti, di cui 16.500 arrivati negli ospedali.
- 19 morti per fame nelle ultime 24 ore.
- 25-35 bambini muoiono ogni giorno per fame (equivalente a una classe scolastica al giorno).
- Oltre 1,5 milioni di palestinesi soffrono la fame.
- 900 persone morte di fame, di cui 71 bambini.
- 600.000 bambini sotto i 10 anni a rischio di malnutrizione e morte per fame.
- 6.000 feriti colpiti dal fuoco mentre erano in fila per aiuti e farina.
- Oltre 60.000 donne incinte senza cibo.
- Latte scaduto (2022-2023) somministrato ai neonati.
- Prezzi latte: 1,5 litri = 400 shekel, 1 litro = 800 shekel.
- Ospedali paralizzati al 95%.
- Interventi chirurgici senza anestesia e fili sterili ed antibiotici
- Negli ultimi 7 giorni si è registrato un aumento di oltre il 35% di svenimenti e mancamenti, sia per strada che prima di arrivare in ospedale, dovuti a fame, indebolimento, malnutrizione e sete.
- Si registra un aumento del 48% dell’incidenza delle malattie infettive tra i bambini, soprattutto a causa di patologie contagiose legate a cibi e acqua contaminati.
Prof. Foad Aodi (Presidente Onorario della Co-mai, Direttore Responsabile dell’Agenzia Aisc News Medico, giornalista internazionale, esperto in salute globale).