Ora corridoi sanitari e ospedali mobili per salvare la popolazione
Per noi vige sempre il progetto Due Popoli, Due Stati
AgenPress. Finalmente la pace. Nella speranza che sia duratura. Dopo 734 interminabili giorni di conflitto, l’intesa, attraverso la mediazione degli Usa, prevede il rilascio degli ostaggi, il ritiro graduale delle truppe israeliane entro una linea concordata e l’avvio di un percorso che comprende anche il disarmo e l’esilio dei leader di Hamas.
Aodi: “La salute dei bambini e dei civili primo banco di prova della pace”
Questa l’analisi del Prof. Foad Aodi — Presidente AMSI (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), Presidente UMEM (Unione Medica Euromediterranea), Presidente del Movimento Internazionale UNITI PER UNIRE, Direttore di AISC NEWS (Agenzia Mondiale Britannica Informazione Senza Confini), Presidente Onorario e Fondatore CO-mai (Comunità del Mondo Arabo in Italia) — medico, giornalista internazionale ed esperto in salute globale, docente dell’Università di Tor Vergata, membro del Registro Esperti FNOMCeO, quattro volte consigliere dell’OMCeO di Roma, membro FNSI e dell’Associazione Stampa Romana. Aodi con le sue associazioni ha inaugurato la “seconda stagione di AMSI”, seguita ai primi 25 anni di attività nati nel 2000 con AMSI, Co-mai, Uniti per Unire, UMEM, U.I. Arabi del 48 e AISC NEWS, e oggi diffonde attraverso AISC NEWS oltre 35 articoli al giorno in 120 Paesi, rafforzando il dialogo euromediterraneo e la cooperazione internazionale.
“Accogliamo questo accordo come un’opportunità storica – dichiara Aodi – chiediamo che venga applicato in tutti i suoi punti, senza ambiguità, a beneficio soprattutto della popolazione palestinese. Non basta fermare le armi: bisogna aprire subito corridoi sanitari, inviare delegazioni di medici specialisti, garantire vaccinazioni e cure per i bambini, allestire almeno tre ospedali mobili nelle aree più colpite e trasferire i feriti più gravi negli ospedali europei. I nostri colleghi a Gaza lavorano da mesi senza riposo né cibo, in ospedali distrutti o fuori uso. La pace non può prescindere dal diritto alla salute e dalla protezione delle vite umane”.
Emergenza e vittime del conflitto
Le associazioni ricordano il bilancio devastante di due anni di guerra: oltre 67.000 persone uccise, più di 20.000 bambini morti, 1.670 tra medici e professionisti della sanità, 268 giornalisti caduti, il 95% degli ospedali fuori uso e almeno 310 vittime per fame. Un quadro umanitario che impone interventi immediati e concreti.
Le richieste delle associazioni e dei movimenti
• Attuazione immediata e completa dell’accordo annunciato.
• Apertura di corridoi sanitari protetti sotto garanzia internazionale.
• Creazione di tre ospedali mobili in zone strategiche di Gaza.
• Accoglienza dei bambini feriti e dei casi gravi negli ospedali europei.
• Vaccinazioni per i minori e cure per anziani e pazienti cronici.
• Ripristino graduale della rete sanitaria di Gaza.
• Tutela dei giornalisti e del personale sanitario che operano in prima linea.
“La pace non si costruisce con le sole firme, ma salvando vite e restituendo dignità ai popoli” – dichiarano congiuntamente AMSI, UMEM, AISC NEWS, CO-mai e Uniti per Unire.