Enel. Paolo Scaroni nominato nuovo presidente. Radicali,

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AgenPress – L’assemblea degli azionisti di Enel ha dato il via libera alla nomina di Paolo Scaroni alla presidenza del consiglio di amministrazione. La nomina è stata approvata dal 97,2480% del capitale votante.

“L’elezione di Paolo Scaroni a Presidente dell’Enel è una brutta notizia per il nostro Paese”, scrive in una nota Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani. “Il Governo Meloni con questa proposta – accolta oggi dagli azionisti – ha deciso di mettere una pietra tombale sulla rivoluzione verde in Italia giacché il ruolo della multinazionale italiana dell’energia era fondamentale per raggiungere gli obiettivi del pacchetto Fit for 55 ovvero installare 70 GW di nuova capacità rinnovabile entro il 2030”.

“Negli anni passati abbiamo denunciato, dentro e fuori il Parlamento, il ruolo attivo e complice che Scaroni, quando era alla guida dell’ENI, tenne nell’affaire Yukos, la compagnia petrolifera russa di Mikhail Khodorkovsky. L’epilogo di quella vicenda condusse allo smantellamento dell’azienda privata a favore della statale Gazprom, tenuta sotto controllo da Vladimir Putin.
Era il 2007 e la politica italiana guardava colpevolmente altrove per non vedere il cappio energetico che si stringeva stretto al collo dell’Italia. Ma Paolo Scaroni non è stato solo questo. Da lui è giunto il massimo sostegno al progetto di gasdotto russo ‘South Stream’, che, se realizzato, avrebbe tagliato completamente fuori l’Ucraina, quando a noi Radicali era già evidente l’azione di guerra ibrida del Cremlino.
Con Scaroni le forniture di gas dalla Russia arrivarono al quantitativo record di quasi 30 miliardi di metri cubi, pari al 40% del totale, assoggettandoci al ricatto russo. Stiamo pagando a caro prezzo quelle scelte che hanno messo nelle mani del terrorista di Stato Vladimir Putin un’arma incredibile da giocare contro l’Italia e l’Europa”.
“Non dimentichiamo infatti che il nuovo Presidente dell’Enel – da amministratore delegato dell’Eni, dal 2005 al 2014 – ci ha letteralmente consegnati al criminale di guerra Vladimir Putin, tanto è vero che prima dell’invasione russa in Ucraina l’Italia importava 29 mld di m3 di gas da Gazprom. Il 40% del totale. Un suicidio che hanno pagato economicamente tutti gli italiani. Questa elezione è in continuità con la storica ‘amicizia’ tra Berlusconi e Putin; per di più serve alla premier Meloni per bloccare qualsiasi tentativo di innovazione verde in Italia, contrasto che già avviene in Europa sulle proposte di nuove direttive. Siamo sempre più vicini ai Paesi di Visegrad e sempre più lontani dall’Europa che innova”.
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