Agenpress. C’è il problema della vigilanza di Banca d’Italia sul sistema bancario; non solo di fronte al caso della pop Bari ma ad una serie di altri episodi (Monte dei Paschi di Siena, alcune piccole banche territoriali, le banche venete), una questione riguardante l’efficacia della vigilanza di Banca d’Italia si è posta anche perché è avvenuto in un paio di casi che è stata la stessa Banca d’Italia a suggerire ad alcune banche poi fallite l’acquisto di altri istituti bancari in dissesto.
Per ciò che riguarda l’acquisizione della Tescas da parte della Pop di Bari la corresponsabilità di Banca Italia è evidente. Ovviamente se da questi rilievi critici si trae la conseguenza che allora le nomine di sbanca d’Italia vanno fatte dal Parlamento con la disastrosa conseguenza di smantellare una tecnostruttura nel suo complesso di alto livello per ridurla nelle stesse condizioni della Rai, allora ciò va evitato a tutti i costi. Sarebbe però altrettanto sbagliato non fare nulla, la vigilanza di Banca d’Italia va sottoposta a qualche controllo.
Forse un incontro periodico dei vertici delle Commissione Bilancio e Finanza di Camera e Senato con il Governatore e i dirigenti preposti alla vigilanza con il vincolo di segreto simile a quello stabilito per il Copasir sarebbe un modo per non lasciare la vigilanza in una condizione di assoluto arbitrio, cosa che finora non ha evitato disastro che la collettività ha dovuto riparare a sue spese : insomma un controllo senza intromissioni partitiche e parlamentari negli organigrammi di Banca d’Italia.
Il controllo e il contraddittorio in una società democratica dovrebbero essere una regola generale senza eccezione alcuna. L’unico sacrario dovrebbe essere quello dell’Altare della Patria in Piazza Venezia e non essere esteso alla vicina sede di Banca d’Italia in via Nazionale.
Lo scrive Fabrizio Cicchitto, presidente di Riformismo e Liberta’, ex presidente della commissione affari esteri della Camera oggi dalle pagine di Libero Quotidiano.