Becchi: “Paragone è stato un prodotto acquisito, non possiamo dire sia un grillino vero”

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Agenpress. Paolo Becchi, giornalista e scrittore, è intervenuto ai microfoni de L’Italia s’è Desta condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus per commentare l’espulsione di Gianluigi Paragone dal Movimento 5 Stelle.

“Paragone è stato un prodotto acquisito, non possiamo dire sia un grillino vero. Lui nasce con altre esperienza politiche e poi entra a far parte del Movimento come, ad esempio, Fioramonti che invece di farsi cacciare se ne è andato di propria sponte. Paragone ha scelto di essere cacciato. Non è che l’inizio. Io non contesto l’analisi di Paragone. È difficile però parlare di grillino delle origini. Lui è stato molto legato alla Lega, ha scritto su Libero in un periodo in cui il giornale era molto filoberlusconiano. Lui però ha ragione da vendere”

Becchi ha sottolineato la trasformazione del Movimento 5 Stelle: “Il Movimento 5 Stelle da forza che doveva trasformare il sistema, si sta chiudendo in una trincea e può diventare la fossa stessa di coloro che sono lì in trincea. Quando sei in trincea devi avere vicino solo persone delle quali ti puoi fidare. Espulsioni anche per via dei rimborsi non versati? Molti non li versano da agosto: perché se ne parla proprio ora? Il passato di Paragone con la Lega non ha creato problemi proprio perché era un governo “gialloverde”. Paragone si trovava a suo agio. Le cose sono cambiate quando c’è stato il cambio di governo. La forza antisistema del Movimento 5 Stelle non esiste più da tempo. La forza propulsiva nasceva dall’alleanza con la Lega con quale si poteva realizzare un programma interessante”.

Becchi ha parlato anche della Lega: “La Lega è l’ultima forza politica che può tentare di cambiare il Paese. Il fatto che Salvini sia ondivago su alcune questioni è una tattica politica. Bisogna vedere concretamente cosa si farà. Ora Salvini non si deve far logorare da questa situazione, deve cercare di andare il prima possibile alle urne. Deve moderare i toni, per far capire all’Europa che una Lega al governo non rappresenterebbe una debacle per l’unione Europea. Chi vota Lega deve sapere per cosa sta votando, c’è il rischio di votare una cambiale in bianco”.

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