Agenpress. “Come abbiamo avuto modo di evidenziare ripetutamente nel corso di questi mesi, la sola continuità di marcia dell’altoforno 2 decisa lo scorso 7 gennaio, con l’accoglimento da parte del Tribunale di Taranto del ricorso presentato dai Commissari di Ilva AS, non avrebbe modificato le quantità di ghisa prodotta e aumentato i livelli occupazionali e produttivi. Oggi a Taranto i tre altoforni hanno una marcia ridotta, vicina ai minimi storici, con meno di 4 milioni di tonnellate all’anno prodotte”.
Così Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, dopo la decisione di ArcelorMittal di chiudere dal prossimo 23 gennaio l’acciaieria 1, fino al 31 marzo, del sito di Taranto con la conseguente messa in cigo di ulteriori 250 lavoratori.
“Paradossalmente – dichiara il leader Uilm – con tre altoforni in marcia si ferma l’acciaieria 1, avendone già predeterminato, nei mesi scorsi, le condizioni fermando una linea di agglomerato. Non può essere sufficiente la temporanea marcia del treno lamiere, prevista dal prossimo 10 febbraio per quattro settimane, a far considerare positivamente il bilancio produttivo, dopo la decisione di fermare l’acciaieria 1 per due mesi”.
“ArcelorMittal – prosegue – continua a programmare assetti di marcia che vedono un ricorso molto elevato alla cassa integrazione, a rallentare gli investimenti di ambientalizzazione. Con meno di 4 mln di tonnellate all’anno prodotte si continuano a perdere consistenti quote di mercato. Tra qualche giorno scoppierà nuovamente il tema del mancato pagamento dello scaduto alle aziende dell’appalto”.
“In questo scenario – conclude – così complicato e drammatico, il Governo e ArcelorMittal continuano a perdere tempo prezioso. La scadenza di fine gennaio è ormai imminente e si continuano a prefigurare, attraverso organi di stampa, assetti societari che aumentano le nostre preoccupazione e di tutti i lavoratori. Perché bisogna attendere altro tempo? Ilva, Alitalia, Whirlpool, ancora una volta tre grandi vertenze che continuano a rimanere drammaticamente irrisolte”.