Agenpress – Il virus cinese 2019-nCoV è passato dai pipistrelli ai serpenti, quindi all’uomo. I risultati della mappa genetica, diffusi sul Journal of Medical Virology da Wei Ji, Wei Wang, Xiaofang Zhao, Junjie Zai, e Xingguang Li, delle università di Pechino e Guangxi, ricostruiscono la trasmissione del coronavirus individuato per la prima volta a Wuhan, nel sud-est della Cina, a dicembre.
Fino ad oggi i casi registrati in Cina risultano 571, tra cui 95 gravi e 17 decessi. Secondo quanto riferito dalla Commissione Nazionale per la Sanità cinese, il virus ha colpito in 25 provincie cinesi e in 13 sono stati registrati complessivamente 393 casi sospetti. Al momento sono stati rintracciati 5.897 contatti stretti, 4.928 dei quali sono ancora sottoposti a esami medici.
Come è accaduto in passato con i virus dell’influenza aviaria e con la Sars, anche questa volta l’indice è puntato sui mercati di animali vivi molto comuni in Cina, dove accanto agli animali allevati nelle fattorie e ai pesci si vendono animali selvatici, come serpenti e pipistrelli.
“I risultati della nostra analisi evoluzionistica suggeriscono per la prima volta che il serpente è il più probabile animale selvatico serbatoio del virus 2019-nCoV”, scrivono i ricercatori. Le analisi genetiche aggiungono così una tessera fondamentale al mosaico della composizione genetica del virus 2019-nCoV, nel quale finora era chiaramente riconoscibile solo la sequenza della parte di virus ereditata dai pipistrelli e identificata fin dall’inizio come appartenente alla famiglia dei coronavirus, la stessa che comprende il virus della Sars, comparso nel 2002, e della Mers, del 2015; restava da risolvere il mistero della provenienza dell’altra metà del virus.