Estorsione con metodi mafiosi. In manette Gina Cetrone, coordinatrice Lazio di “Cambiamo! con Toti”

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Agenpress – Su disposizione del gip di Roma è stata arrestata oggi dagli uomini della Squadra Mobile di Latina, Gina Cetrone, ex consigliere regionale del Lazio del Pdl e attualmente coordinatrice regionale del partito “Cambiamo! con Toti”.

Con lei sono finite in carcere altre quattro persone: Armando, Gianluca e Samuele Di Silvio e Umberto Pagliaroli. Le accuse, a vario titolo, sono di estorsione, atti di illecita concorrenza e violenza privata, aggravati dal metodo mafioso.

Le indagini sono il risultato degli approfondimenti che la Squadra Mobile sta conducendo, sotto il coordinamento della Dda diretta dal procuratore facente funzioni Michele Prestipino, sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Renato Pugliese e Agostino Riccardo. Oltre a Gina Cetrone, ex consigliere regionale, sono finiti in manette Armando, Gianluca e Samuele Di Silvio e Umberto Pagliaroli. I fatti risalgono alla primavere del 2016.

Per la Dda, nell’aprile 2016 Gina Cetrone e il marito Umberto Pagliaroli, nella veste di creditori di un imprenditore di origini abruzzesi, in relazione a forniture di vetro effettuate dalla società a loro riconducibile (la “Vetritalia srl”), avrebbero richiesto l’intervento di Samuele e Gianluca Di Silvio e di Agostino Riccardo per riscuotere il credito, previa autorizzazione di Armando Di Silvio, ritenuto da chi indaga capo dell’associazione di stampo mafioso a lui riconducibile.

Moglie e marito, dopo aver convocato l’imprenditore presso la loro abitazione, gli avrebbero richiesto il pagamento immediato della somma dovuta (circa 15mila euro), impedendogli di andare via a bordo della sua auto. La coppia avrebbe costretto l’uomo ad attendere l’arrivo di Agostino Riccardo, Samuele Di Silvio e Gianluca Di Silvio che una volta sul posto lo hanno minacciato, prospettando “implicitamente conseguenze e ritorsioni violente nei suoi confronti e verso i suoi beni”.

Questi ultimi avrebbero costretto poi l’imprenditore ad andare in banca il giorno dopo sotto la loro stretta sorveglianza e di quella di Pagliaroli che aspettavano fuori e ad effettuare un bonifico di 15mila euro a favore della società e a consegnare loro 600 euro, a titolo di disturbo.

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