Agenpress – Con il decreto imprese, sempre secondo fonti del Mef, viene “rafforzato il ruolo di Sace (società per azioni del gruppo italiano Cassa Depositi e Prestiti) anche nel campo dell’export e del sostegno alla internazionalizzazione delle imprese”. Mef e Farnesina avrebbero raggiunto un accordo sul sostegno all’export.
Sarà Sace a concedere le garanzie per la liquidità alle imprese, fino a 200 miliardi di cui almeno 30 dedicati a piccole e medie imprese, autonomi e partite Iva che abbiano già usato appieno il ricorso al Fondo di garanzia per le Pmi. Lo prevede il nuovo decreto imprese anti-coronavirus che crea un fondo da 1 miliardo al Mef per sostenere le garanzie. Sace resterà a Cassa depositi e prestiti, ma non sarà più soggetta “all’attività di direzione e coordinamento” di Cdp. Sarà il Mef a ricoprire ruolo di indirizzo e coordinamento.
Ieri il premier Giuseppe Conte ha convocato il ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri e l’ad di Cdp Fabrizio Palermo. Sui prestiti alle grandi aziende nel Mef si continua a preferire una soluzione che vede lo Stato dare garanzie attraverso la Sace, (che istituzionalmente si occupa di assicurare investimenti e commercio all’estero) scorporando quest’ultima da Cdp e facendola acquisire direttamente dal Mef. Ma il M5S non sarebbe favorevole. Ieri sera si è finalmente arrivati ad uno schema d’intesa: a dare garanzie sui prestiti alle grandi aziende e occuparsi della valutazioni sulla loro solvibilità sarà Sace, che però resterebbe una controllata di Cdp.
Movimento 5 Stelle e Italia Viva chiedono che la garanzia statale sia totale per tutti. “La garanzia statale al 100% alle banche per dare subito ad aziende e partite Iva il 25% del fatturato 2019 (da restituire a partire dal 2022) è la vera misura di ripartenza. Italia Viva sostiene con forza, da giorni, questa proposta. Facciamola semplice, facciamola subito”, twittava a trattativa in corso Matteo Renzi.