Agenpress. Con il decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, pubblicato in pari data sulla Gazzetta Ufficiale, sono state introdotte “Misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonche’ interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali”.
Tra le varie misure attinenti all’accesso al credito e agli adempimenti fiscali per le imprese, vi è in fondo un trafiletto, quasi inserito lì per caso e un po’ nascosto, relativo alla proroga all’11 maggio del termine del rinvio d’ufficio delle udienze e alla sospensione del decorso dei termini per il compimento di qualsiasi atto dei procedimenti civili e penali.
Ebbene sì, procedimenti civili e penali… e quelli amministrativi? E quelli innanzi al Corecom, all’Arera, all’Abf, all’Acf? I primi ripartiranno dal 16 aprile e i secondi non si sono mai fermati. E allora, come mai una simile discriminazione?
Non ci è dato saperlo.
Quello che possiamo commentare, con riguardo al settore civile, è che con questo nuovo decreto viene sancito e dichiarato a chiare lettere il totale FALLIMENTO del processo civile telematico, tanto sbandierato e inneggiato come la nuova frontiera e innovazione del processo 2.0, un processo partito anni fa e che ad oggi ci dimostra, in un contesto dove poteva fare per la prima volta la sua entrata trionfale, il suo totale insuccesso.
Una sconfitta che non si spiega, se non con discutibili e dubbie scelte politiche, dal momento che da anni i depositi per i processi civili si fanno in telematico e quindi non si capisce perchè sospendere i termini procedurali e processuali; le udienze civili sono per la gran parte meramente procedurali e non richiedono la presenza delle parti né la discussione dei legali e pertanto ben potrebbero essere svolte utilizzando le piattaforme online che già esistono.
Inoltre, se posso andare alla posta a spedire una raccomandata, perchè non posso recarmi dall’ufficiale giudiziario a notificare un atto con le giuste cautele e misure di distanziamento sociale? Per il nostro ministro la salute degli utenti del tribunale vale più di quella degli utenti della posta? E vale più la salute degli utenti del tribunale rispetto a coloro che sono detenuti in carcere o che vi lavorano?
Ebbene, questo processo telematico, per cui da anni si fanno sperimentazioni, convegni e seminari, per cui ci siamo dotati di chiavette usb e di piattaforme online per lo svolgimento delle udienze, ad oggi in un momento in cui finalmente avremmo potuto testare questo nuova modalità operativa, emerge in tutta la sua inutilità costata milioni di euro ai cittadini. Inutilità dichiarata dagli stessi organi rappresentativi delle istituzioni.
Se non lo usiamo in questo contesto quando dovremo aspettare di vederlo operativo?
La soluzione è fermiamo il comparto giustizia, comparto essenziale per il vivere civile, fino addirittura all’11 maggio. E perchè poi l’11 maggio? Si vocifera di riaprire alcune attività dopo Pasqua, mentre il settore giustizia, forse uno dei primi che doveva essere riaperto o meglio non avrebbe mai dovuto chiudere, addirittura lo si posticipa a questa data 11 maggio… calcolata su cosa?
E perchè invece per i procedimenti innanzi al Corecom, all’Arera, all’Abf e all’Acf , si stanno correntemente svolgendo? Forse perchè si svolgono in maniera telematica?
Ebbene, il nostro Ministro della Giustizia ci dice di aver preso questa decisione dopo aver parlato con l’Associazione Nazionale Magistrati (e gli avvocati? Questi sconosciuti…) e di averlo fatto per proteggere la nostra salute..
Ma mi faccia il pacere!
Intanto, non ci sarebbe stato bisogno della presenza fisica di avvocati e magistrati per la gran parte delle controversie civili, per le quali sarebbe bastato far usare quegli strumenti che già ci sono da anni, come appunto il processo telematico con il quale noi avvocati facciamo i depositi telematici degli atti giudiziari ed i portali per le udienze online, udienze che per il civile -processo non orale come il penale ma scritto- si sostanziano spesso in udienze di rinvio e/o meramente procedurali.
Ma non solo.
Questo blocco del fondamentale comparto giustizia significherà non solo il collasso quantomeno degli studi piccoli e medi, ma il collasso dell’intero sistema economico nazionale, con il propagarsi a catena di inadempimenti di ogni genere.
Eh già… perchè dire che “è tutto sospeso fino all’11 maggio” equivale a dire, in un Paese come il nostro, che “se è tutto bloccato, io fino all’11 maggio non pago quel debito, non pago quell’azienda, non adempio a quella obbligazione, tanto nessuno può farmi un recupero crediti” e questo vorrà dire inadempimenti a cascata che paralizzeranno il nostro sistema finanziario, per cui -quando tutto questo sarà finito- chi secondo voi sarà a farne le spese? I cittadini, le aziende, i contribuenti.
La mancanza della certezza di una tutela e di rimedi per un periodo così immotivatamente prolungato spingerà inevitabilmente ad un blocco dei più disparati pagamenti, contratti e obbligazioni, con ulteriori ripercussioni sul sistema economico ed al totale annullamento dei diritti dei cittadini, i quali anche in questo periodo devono comunque essere tutelati.
E ancora. La sospensione di quasi due mesi di attività giudiziaria, ha iniziato a produrre rinvii di un anno..eh sì.. perchè due mesi di calendario nel nostro sistema giudiziario equivalgono ad anni di rinvio e quindi accumulo di processi, ritardi, lungaggini, insomma tutto quello che si voleva evitare quando anni fa è stato pensato ed istituito il c.d. “processo telematico”!
E’ quantomeno imbarazzante, dopo gli sforzi richiesti agli utenti dei tribunali, la cui salute sta tanto a cuore alle nostre istituzioni, il totale mancato ricorso agli strumenti da remoto che già abbiamo ed è per questo che si chiede di intervenire con urgenza affinchè tutti i tribunali si adeguino quanto prima.
Non è forse questa l’opportunità da cogliere per ripensare ad una riforma in tal senso che dia veramente utilità a strumenti che ci sono sia sulla carta che nella pratica ma che per qualche inspiegabile ragione non vengono poi fatti usare?
Non sarebbe stata questa un’occasione per mettere davvero alla prova la riforma telematica del sistema giudiziario civilistico?
Beh.. ai nostri occhi è stata un’occasione persa in cui, di nuovo, è solo emersa l’incompiutezza di un progetto che poteva davvero dimostrarsi grandioso ed efficace proprio in una situazione come questa, incompiutezza non dovuta però all’impossibilità di utilizzare gli strumenti tecnici a nostra disposizione (che funzionano bene) ma dovuta a scelte che si sono limitate a statuire una paralisi del sistema giudiziario, dei diritti dei cittadini, del sistema economico, un caos che sta infine producendo una tacita autoregolamentazione, con alcune Corti che dispongono in un senso, altre in un altro, e non mancano quelle che rimangono in silenzio.
Con buona pace dei tempi certi della giustizia, della tutela degli interessi dei cittadini e della certezza di un diritto che non si si sa più qual è. Senza contare infine l’annientamento di una gran fetta della categoria degli avvocati, spazzati via da questo ingiustificabile blocco, che, seppur ignorati dalle istituzioni, non ascoltati, spesso capro espiatorio per le lamentele della collettività, lo ricordiamo sono espressione della democrazia, unico mezzo con il quale chiunque possa dar voce alle ingiustizie e forse un domani, quando ci saranno meno avvocati a cui chiedere aiuto e pronti a dare tutti loro stessi per aiutare il prossimo, ci si renderà davvero conto del valore intrinseco di una professione che, per l’ennesima volta, è stata bistrattata da quello stesso sistema che invece si è sempre voluto tutelare e proteggere.
Smeralda Cappetti, legale, consulente Aduc