Contro l’esecuzione e gli effetti dei decreti leggi del governo Giuseppe Conte.
Le sanzioni vanno pagate?
Agenpress. Per l’esecuzione dei decreti legge del Governo, tra l’altro non ancora convertiti in legge, si è pronunciato l’avvocato Luca Di Carlo: “L’uso della forza come strumento di repressione delle libertà di un popolo non impedisce l’esercizio del diritto di autodifesa individuale e collettiva”.
“E’ un atto ingiusto, un popolo ridotto alla povertà che ha bisogno di aiuto economico dal governo è costretto a pagare al governo le sanzioni in esecuzione dei decreti”. “Impugneremo le sanzioni ed ogni effetto conseguenziale – afferma Di Carlo –.
Il giurista Sabino Cassese, ex membro della Corte Costituzionale, aveva evidenziato che i vari decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri sono un “golpe normativo”. “Il premier ha scavalcato il Presidente della Repubblica. Cassese ha persino dubitato che nell’emanazione dei Dpcm qualcuno non abbia fatto studi di giurisprudenza.
Mentre per l’avv. Luca Di Carlo “i precetti nascono da fonti illegali pertanto gli effetti sono nulli sotto il duplice profilo giuridico ed etico”. Le conseguenze giuridiche e legislative sono devastanti”. “L’illegittimità degli ordini governativi è evidente, ma è altrettanto evidente la gravità nella quale si pretenda il pagamento delle sanzioni dai cittadini in questo estremo momento di crisi economica”.
“Uno stato civile deve difendere e non offendere e tutte le azioni ed omissioni contrarie sono crimini contro l’umanità – conclude Di Carlo – ”.
Anche Vittorio Sgarbi ha preso una netta posizione “Lo Stato non c’è. Non si riesce a capire questo governo, che è un governo che va avanti con i decreti di un presidente del Consiglio dei ministri che non è mai stato eletto, che non ha preso un voto, ma è stato indicato attraverso un processo di sdoppiamento: già, perché non lo ha indicato il capo dello Stato Sergio Mattarella, bensì Luigi Di Maio, che è un altro non eletto: i suoi voti sono i voti di Grillo, che è un fantasma che ha portato i voti a un gruppo che in parlamento non c’è…” “Poi abbiamo ministri trovati qua e là” – conclude Sgarbi – .