Agenpress – sono 61 croci bianche, tutte uguali, senza un funerale, con i nomi e le date di nascita scritti sopra. nel ‘Campo 87’ su un terreno del cimitero Maggiore, alla periferia di Milano. Si tratta di persone i cui famigliari non hanno reclamato le spoglie entro i 5 giorni previsti dalle ordinanze. Il Comune di Milano ha messo a disposizione questo spazio e sono i dipendenti comunali a portare qualche fiore.
Persone che hanno familiari lontani o che si sono volutamente allontanati dai loro parenti, altre persone i cui unici rapporti sono con qualcuno che é tuttora ricoverato a causa dell’epidemia.
“Non fosse comuni”, come quelle che si sono viste a New York o in Brasile, ma una “degna sepoltura per tutti. E’ molto importante che ci sia un segnale perché in questa enorme tragedia, queste persone non avevano nessuno che poteva occuparsi di loro, quindi il Comune ha garantito uno spazio e una sepoltura con grande dignità”, ha detto l’assessore ai Servizi Civici e Trasformazione digitale del Comune di Milano, Roberta Cocco, visitando il campo.
“Questo è un campo molto grande e potremmo arrivare addirittura fino a 600 sepolture cosa che ovviamente non ci auguriamo – ha detto – Però abbiamo spazio per le sepolture che affronteremo nei prossimi giorni e settimane. Noi abbiamo iniziato da subito quando abbiamo visto che i numeri crescevano. E con l’ordinanza del sindaco, che riduceva da 30 a 5 i giorni i tempi della sepoltura dopo i decessi era necessario avere un luogo che ci permettesse di operare nel tempo minore possibile”.
Molto probabilmente alcuni famigliari potrebbero essere a loro volta impossibilitati a fare richiesta del corpo perché ricoverati in terapia intensiva o in quarantena. E alcuni dei morti sono anziani senza parenti in vita. Molti infatti sono gli abitanti di Bergamo che non conoscono dove i carri armati hanno portato i loro parenti morti.