Gentile direttore,
il tema dell’equità intergenerazionale, sebbene presente da tempo nel dibattito pubblico, è diventato negli ultimi mesi, a causa dell’emergenza Covid-19, improrogabile. Le nuove generazioni sono escluse dalle decisioni sul rilancio che condizioneranno in modo profondo il loro futuro: un errore che una società democratica non può permettersi. La lettera che segue indirizzata al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio ha raggiunto la cifra simbolica di 100 firmatari, un gruppo di giovani, uomini e donne, di varia estrazione professionale, residenti sia in Italia che all’estero.
Abbiamo deciso di trasformare la nostra iniziativa in una petizione aperta a tutti, attraverso la piattaforma change.org. Per questo chiediamo a quanti condividono questo messaggio positivo, incentrato sul desiderio di costruire insieme un futuro sostenibile, di aiutarci a dare massimo risalto all’iniziativa e di sottoscrivere la lettera al link http://chng.it/pp9h7JsXDF
Il Comitato Promotore Il Domani Siamo Noi
Egregio Presidente della Repubblica,
Egregio Presidente del Consiglio dei ministri,
La pandemia che ha sconvolto il mondo e la vita del nostro Paese sta ridefinendo il modo in cui portiamo avanti le nostre attività lavorative, sociali, culturali e religiose. Gli italiani hanno saputo far fronte all’emergenza, rispettando le necessarie misure di distanziamento sociale adottate dal Governo e si accingono ora a intraprendere il percorso di ricostruzione del tessuto socio-economico.
Nell’ultima bozza del DEF, il Governo ha previsto per il 2020 una riduzione del PIL dell’8%, con un rimbalzo del 4,7% nel 2021. Il rapporto deficit/PIL arriverà, «tenuto conto dell’impatto finanziario del decreto con le misure urgenti di rilancio economico» al 10,4% a fine anno e al 5,7% nel 2021. Secondo queste previsioni preliminari, dunque, il debito pubblico salirà al 155,7% a fine anno e si assesterà al 152,7% alla fine del 2021. A quella data il nostro debito pubblico sarà aumentato di oltre il 50% in trent’anni.
Questi dati rafforzano in modo preoccupante i trend di finanza pubblica che, per l’effetto combinato di dinamiche demografiche, disavanzi di spesa e bassa crescita, vincolano le nostre scelte di politica economica. Com’è noto, l’emissione di debito pubblico sposta l’onere fiscale sulle generazioni future, creando un evidente corto circuito democratico: il peso della ridistribuzione si scarica su soggetti che non hanno la possibilità di esprimere il loro consenso, come la popolazione non in età di voto e i non ancora nati.
Il risultato è che nei prossimi decenni le generazioni più giovani della nostra società e poi i loro figli rischieranno di veder minate le tutele del welfare di cui i loro predecessori hanno potuto godere. Tutto ciò pone dinanzi ai nostri occhi un urgente problema di equità intergenerazionale.
Ad oggi, il 39,98% del nostro Paese è composto da under 40. Più della metà di loro sono donne, troppo spesso costrette a superare ulteriori ostacoli nel percorso professionale, dal divario salariale alla sottorappresentazione apicale. Ci sono poi molti cittadini italiani residenti all’estero, i cosiddetti “cervelli in fuga”, giovani le cui competenze non sono state adeguatamente sostenute e che avrebbero le capacità per contribuire in modo fondamentale al rilancio dell’Italia.
Le misure economiche e sociali messe in atto per far fronte all’emergenza condizioneranno fortemente la società italiana del futuro: è necessario che la voce delle generazioni che si faranno carico del peso economico di queste misure sia ascoltata in modo sistematico. Ad oggi, purtroppo, questa fascia della popolazione non è rappresentata nella task force istituita dal Governo, né in quelle di molte regioni, né è presente in misura adeguata nella struttura dirigenziale del Paese.
Lo scopo di questa lettera aperta non è quello di chiedere, ma di offrire: le risorse, l’impegno e le idee di una generazione che è già adesso un motore dell’innovazione del nostro Paese. Al fine di facilitare il coordinamento operativo con la valida attività consulenziale di cui il Governo già beneficia, questo impegno potrebbe prendere la forma di un tavolo di lavoro dedicato a rappresentanti della società civile under 40. Il tavolo lavorerebbe come strumento di consulenza alla presentazione di proposte legislative che abbiano l’obiettivo di rilanciare l’attività del Paese con strumenti realmente innovativi, in grado di promuovere le esigenze dei più giovani. Crediamo possa essere un primo passo per il riconoscimento istituzionale della questione e per la responsabilizzazione di una quota fondamentale della popolazione riguardo al suo futuro.
Le dinamiche sempre più mutevoli e interconnesse che caratterizzano la società globalizzata e digitalizzata, così come alcuni grandi temi come la salvaguardia dell’ambiente, la transizione energetica, la lotta alla povertà e alle discriminazioni, hanno evidenziato la crescente capacità delle generazioni più giovani di organizzarsi, pensare fuori dagli schemi e trovare soluzioni innovative e dirompenti.
In uno dei momenti più difficili della nostra storia, siamo chiamati a ripensare molti ambiti della nostra esistenza: Vi esortiamo, a tutto vantaggio della collettività, a ricorrere anche alle energie delle nuove generazioni. In qualità di forza essenziale per la ripresa e di cittadini dell’Italia del futuro, abbiamo il dovere ma anche il diritto di partecipare alla rinascita del Paese.
Il comitato promotore “IL DOMANI SIAMO NOI”
Carlo Zoccolotti, Cosimo Rubino, Emiliano Battazzi, Livia Silvestri, Daniele Capogrossi, Irene Salvi Francesco Pennisi, Arianna Ercolani, Silvia Michetti, Roberto Rinaldi, Martin La Fata, Francesca Piccareta, Giulia Briziarelli
e i primi 100 firmatari.