Agenpress. La decisione della Corte Suprema americana segna un traguardo storico per la comunità LGBTQI+: nessuna persona può essere licenziata in quanto gay o trans, testimoniando quanto le discriminazioni abbiano effetto non solo sulla vita personale e sociale ma anche in ambito lavorativa. Una sconfitta netta per le politiche anti LGBTQI+ portate avanti da Trump negli ultimi mesi” afferma Gianmarco Capogna, portavoce della campagna Possibile LGBTI+.
“La sentenza USA sia d’esempio anche per il nostro Paese che secondo le statistiche ha un grande problema di discriminazione nel mondo del lavoro per le persone LGBTQI+. Difatti, secondo l’indagine 2019 dei Paesi OCSE in merito, l’Italia ottiene i risultati peggiori in tema di accettazione delle persone gay e trans con ripercussioni evidenti anche in ambito lavorativo, ad esempio con una stima del 30% in meno di possibilità per un colloquio lavorativo per un candidato omosessuale rispetto ad uno eterosessuale.
Siamo in procinto di discutere una legge attesa da anni dalla comunità che inserisca ufficialmente le discriminazioni per genere, orientamento sessuale ed identità di genere nel nostro ordinamento colmando un vuoto che grava sulla vita quotidiana di tantissime persone. Secondo le indiscrezioni del testo che andrà in discussione le prossime settimane, risulta anche l’indirizzo di determinare anche una strategia di contrasto alle discriminazioni per orientamento sessuale ed identità di genere capace di intervenire anche in settori come l’istruzione, la comunicazione pubblica e, appunto, il lavoro.
Vigileremo che il testo che sarà depositato resti invariato e siamo pronti la battaglia affinché anche il nostro Paese possa dotarsi di una legge seria e moderna che aspetta da fin troppi anni” conclude il portavoce nazionale di Possibile LGBTI+.