Agenpress – Con un documento dal titolo “Sars-CoV-2 in Italia oggi e Covid-19”, dieci scienziati che si definiscono “scientificamente indipendenti”, affermano che esistono “ormai pochi sintomi” e chi contrae oggi il Covid-19 correrebbe un basso rischio di aggravarsi anche perché il virus avrebbe una carica virale più debole, quindi meno contagiosa.
Tra medici e ricercatori firmatari del documento ci sono Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, Alberto Zangrillo, direttore del reparto di Rianimazione dell’ospedale S. Raffaele di Milano che per primo parlò di “virus clinicamente morto”. E poi ancora Matteo Bassetti, infettivologo dell’ospedale San Martino di Genova, Arnaldo Caruso, direttore del reparto di Microbiologia degli Spedali civili di Brescia, Massimo Clementi, direttore del laboratorio di microbiologia del S. Raffaele e Luciano Gattinoni, direttore della terapia intensiva del Policlinico di Milano. Quindi ancora Donato Greco, consulente dell’Organizzazione mondiale della sanità, Luca Lorini, direttore dell’unità di rianimazione dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Giorgio Palù, docente di Virologia dell’università di Padova e infine Roberto Rigoli, direttore del reparto di microbiologia dell’ospedale di Treviso.
I dieci esperti segnalano “un costante aumento di casi con bassa o molto bassa carica virale”, specificando che “sono in corso studi utili a spiegarne la ragione”. Secondo il loro punto di vista “i dati clinici mostrano una marcata riduzione dei casi di Covid-19 con sintomi”, e il basso numero di ricoveri in ospedale segnalerebbe come il virus sia diventato “ormai raro e relativo a pazienti asintomatici o paucisintomatici”, soggetti sui quali al momento la comunità “scientifica internazionale si sta interrogando sulla reale capacità di trasmettere l’infezione”.
In un passaggio del documento, si possono identificare, per punti, alcune tra le loro tesi.
– evidenze cliniche non equivoche da tempo segnalano una marcata riduzione dei casi di Covid-19 con sintomatologia
– il ricorso all’ospedalizzazione per sintomi ascrivibili all’infezione virale è un fenomeno ormai raro e relativo a pazienti asintomatici o paucisintomatici
– evidenze virologiche, in totale parallelismo, hanno mostrato un costante incremento di casi con bassa o molto bassa carica virale
– la comunità scientifica internazionale si sta interrogando sulla reale capacità di questi soggetti, paucisintomatici e asintomatici, di trasmettere l’infezione