AgenPress. “L’infotainment ha raccontato in questi ultimi anni sia la cronaca che la politica, qualche volta nella cronaca con delle esagerazioni e qualche volta nella politica con delle spettacolarizzazioni – soprattutto nelle interviste e nei talk – però è la comunicazione che è cambiata negli ultimi 10-15 anni: oggi parlare di politica senza parlare di comunicazione fa ridere” così il giornalista Claudio Brachino risponde ad una domanda nell’intervista al giornale online “laNotifica.it“, riguardo all’evoluzione del giornalismo televisivo e “alla deriva” della spettacolarizzazione.
“Gran parte del consenso di Conte – sottolinea Brachino – è dovuto ai cosiddetti dpcm che sembra una sigla burocratica” ma che in realtà gli hanno dato popolarità, grazie agli annunci televisivi durante il lockdown, in orari spesso di cena. Questo perchè “la comunicazione in politica è diventata fondamentale e non è una colpa dei soliti giornalisti e conduttori televisivi che la spettacolarizzano. Sulla cronaca nera – invece – ci sono dei temi che appassionano il pubblico. L’idea di raccontarli a puntate, quasi come delle soap comporta dei rischi. Si rischia di drammaturgizzare dei personaggi a scapito del rispetto delle vittime. Però meglio una cosa in più che una in meno. Sono più favorevole all’eccesso di comunicazione che al difetto: con l’eccesso possiamo fare critica, con il difetto c’è il sospetto di censura”.
Alla richiesta di tracciare un bilancio sull’atteggiamento dei leader del nostro Paese l’ex direttore di VideoNews afferma: “nella fase uno a me il presidente del Consiglio è piaciuto tutto sommato: c’è stato, c’era. Nella fase due è iniziata un pò di confusione. Nella fase tre mi sembra che ci siano parecchi problemi dove però sono entrati in scena tanti attori. Io ho scritto articoli già ad aprile dicendo che il diritto all’istruzione era stato dimenticato perchè il diritto alla salute, pur se costituzionale, aveva cancellato il diritto al lavoro, un pò di privacy e la libertà, lockdown infatti significa confinamento. I lockdown sono stati in effetti troppo lunghi e hanno sospeso troppi diritti.
Ora si sta litigando sulla scuola. Quindi in questo momento il ministro più esposto è l’Azzolina. Per quanto riguarda l’opposizione la pagella migliore l’ha sempre Salvini” che resta “un genio della comunicazione, piaccia o non piaccia”. Sulla comunicazione fatta dai virologi Claudio Brachino avverte che “la comunità scientifica dovrebbe stare attenta a dare delle comunicazioni serie, non superficiali, ma anche non catastrofiche” per non danneggiare la macchina economica “dopo non è più uno scherzo: si muore di virus ma si muore anche di fame”.
Infine alla domanda su suoi progetti futuri Brachino rivela in conclusione: “dopo 32 anni ho lasciato consensualmente Mediaset. Mi godo un pò di attività di freelance: scrivo per il Giornale, per il web, ho la mia rubrica, sto finendo di scrivere un libro, faccio l’opinionista televisivo. Mi sto concentrando su di me in attesa di riprendere la mia attività o direttoriale o in un programma tv, però freelance a 60 anni non è male!”.