AgenPress. Più di mille cardiologi italiani si confronteranno a Milano sulle conseguenze del Covid 19 nel sistema cardiovascolare. Il 54° Convegno di cardiologia, promosso dal 14 al 17 settembre dalla fondazione De Gasperis, quest’anno si terrà via web.
Grande attenzione per le conseguenze del coronavirus, che attacca anche il sistema dei vasi e il cuore. Ma non solo. «Parleremo anche di sindromi coronariche croniche. Non dimentichiamo che durante l’emergenza Covid 19 – spiega Fabrizio Oliva, presidente del comitato scientifico – un cardiopatico su due evitava i controlli per paura del contagio e ciò rappresenta un gravissimo rischio, che abbiamo denunciato.
Prendiamo ad esempio il paziente concardiopatia ischemica cronica sottoposto a procedure interventistiche percutanee (angioplastica): vi è indicazione a terapia antitrombotica; abbiamo a disposizione vari farmaci e varie possibili associazioni che devono essere modulate nel singolo paziente in base alle sue caratteristiche cliniche, in particolare in base al rischio trombotico e a quello emorragico.
Anche le modalità di rivascolarizzazione (percutanea o chirurgica) devono essere valutate nel singolo paziente considerando non solo l’anatomia vascolare ma anche le comorbidità e il rischio perioperatorio; nei casi complessi è fondamentale una discussione in heart team. A Milano discuteremo recenti lavori scientifici che hanno messo in luce un possibile ruolo prognostico favorevole di alcuni nuovi trattamenti farmacologici per diabete e dislipidemia».
Il Covid 19 sta attirando tutta l’attenzione dei cardiologi: infatti, il processo infettivo e infiammatorio che viene scatenato dall’aggressione del Covid 19 a quegli organi in cui è presente il recettore ACE2 – è ormai nota la capacità della proteina virale Spyke di penetrare nella cellula, dialogando con questo enzima – coinvolge anche il sistema vasale e il cuore, con diverse manifestazioni che possono evolvere in modo drammatico verso lo scompenso cardiaco, oltre che lo shock cardiogeno e l’arresto cardiaco.
«Anche in questo ambito ci troviamo di fronte a nuovi trattamenti farmacologici in grado di cambiare radicalmente la prognosi di questi pazienti – spiega Claudio Russo, cardiochirurgo dell’Ospedale Niguarda e vicepresidente del comitato scientifico del convegno -. Il Sacubitril-valsartan è un modulatore neuroormonale in grado di migliorare significativamente la sopravvivenza e la capacità funzionale di questi soggetti. Gli SGLT2 sono degli antidiabetici orali in grado non solo di ridurre gli eventi cardiovascolari nel soggetto diabetico ma anche di migliorare la prognosi nel paziente con insufficienza cardiaca non diabetico. Ci si interroga – e ne discuteremo al convegno – se e come le nuove acquisizioni modificheranno le flow chart e i protocolli operativi» osserva il primario della cardiochirurgia dell’ospedale milanese.