AgenPress. “La dinamica territoriale dell’export nel secondo trimestre 2020 – segnala l’Istat – è condizionata dagli effetti economici che l’emergenza Covid-19 ha avuto sulle esportazioni italiane nel mese di aprile”.
La produzione industriale a luglio è aumentata del 7,4% rispetto a giugno mentre è diminuita dell’8% rispetto a luglio 2019. Lo rileva l’Istat sottolineando che nella media del trimestre maggio-luglio il livello della produzione è cresciuto del 15% rispetto tre mesi precedenti. Tra gennaio e luglio la produzione industriale è diminuita del 16,8% rispetto ai primi sette mesi del 2019.
L’export italiano tornerà a salire con una “ripresa relativamente rapida già dal 2021”, segnando una crescita del 9,3% dopo la caduta, che si stima dell’11,3%, attesa per quest’anno. Sono le previsioni contenute nel Report di Sace.
Ma l’Istat indica che c’è stato un netto calo delle esportazioni nelle regioni nel secondo trimestre 2020, nonostante la ripresa di maggio e giugno, si stima una netta contrazione congiunturale delle esportazioni per tutte le ripartizioni territoriali a causa del forte calo di aprile: -28,2% per il Sud e Isole, -26,6% per il Nord-ovest, -23,2% per il Nord-est e -23,1% per il Centro. Lo rileva l’Istat aggiungendo che nei primi sei mesi dell’anno la diminuzione su base annua dell’export è più ampia per le Isole (-20,4%) e il Nord-ovest (-16,1%), di pari entità per il Centro (-15,3%), più contenuta per il Nord-est (-14,3%) e il Sud (-13,4%).
Nei primi sei mesi dell’anno, la flessione tendenziale dell’export interessa quasi tutte le regioni italiane ed è più ampia per Basilicata (-36,8%), Sardegna (-35,3%) e Valle d’Aosta (-31%). Le performance negative di Piemonte (-21,2%), Lombardia (-15,3%), Veneto (-14,6%) ed Emilia-Romagna (-14,2%) spiegano i due terzi della flessione su base annua dell’export nazionale.
Solo il Molise (+30,2%) e la Liguria (+3,7%) registrano, nel confronto con il primo semestre 2019, una dinamica positiva dell’export.
“La contrazione dell’export, in termini sia congiunturali sia tendenziali, è ampia per tutte le ripartizioni territoriali. Questa dinamica negativa si traduce, nel primo semestre 2020, in una netta flessione su base annua per quasi tutte le regioni italiane.
Nei primi sei mesi dell’anno, tuttavia, sono quelle del Nord a fornire i contributi negativi maggiori e, in particolare, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte che, da sole, spiegano i due terzi della flessione tendenziale delle esportazioni del nostro Paese”.