AgenPress – Non possiamo scegliere tra i morti di salute e i morti di economia. Questa è la priorità vera, perché altrimenti rischiamo di cumulare i primi con i secondi o i secondi con i primi. Una prospettiva tanto terribile quanto realistica che determina il crollo sociale di un Paese. Perché mezza società è depressa/arrabbiata in quanto ha visto morire i familiari o gli amici senza un saluto e l’altra metà è addirittura furibonda perché ha perso il lavoro, perché si scopre povera, perché non ha più i soldi per campare. Viviamo in una società interconnessa. Si parte dal lavoro autonomo e si arriva a toccare tutti in un circuito contagioso di ansie e di paure.
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