AgenPress. La Corte di giustizia europea ha giustamente condannato l’Italia per violazione della direttiva sulla qualità aria. Si tratta di una bocciatura senza appello per i governi nazionali e regionali. Le classi dirigenti di questo paese andrebbero processate sul piano penale visto che, secondo l’autorevole rivista scientifica internazionale The Lancet, nel 2016 eravamo (e probabilmente lo siamo rimasti) primi in Europa e undicesimi al mondo per decessi dovuti al PM10, con la perdita precoce di 45.600 vite umane all’anno.
Una strage che la nostra classe dirigente – politica ed economica – fa finta di ignorare.
Sul PM10 di fatto sono tutti negazionisti.
Come definire un paese che in aree strategiche e sovrappopolate continua a registrare nell’aria una concentrazione di PM10 sistematicamente sopra i limiti dal 2008 al 2017 violando in maniera sistematica e continuata i valori limite UE?
E ha ragione la Corte di Giustizia Ue quando dichiara che l’Italia non ha adottato misure adeguate per garantire il rispetto dei valori limite.
L’elenco delle aree fuorilegge riguarda Roma, Napoli, Milano, Brescia, Bergamo e la pianura lombarda, tanta parte del Veneto, Torino, Palermo, aree vaste dell’Emilia Romagna.
E’ un modello di sviluppo cancerogeno che viene interpellato in un paese in cui si continuano a costruire bretelle autostradali e a consumare suolo con un’interminabile sprawl e disordine insediativo.
Tutto questo accade perché le forze politiche sono verdi solo a chiacchiere ma entrambe le coalizioni sono subalterne a interessi economici e a logiche che mettono il profitto e la rendita al di sopra del diritto alla salute. Non c’è solo un problema culturale di incapacità progettuale e di sviluppismo, c’è la concreta propensione ad assecondare interessi capitalistici che sono ben rappresentati anche nell’informazione.
In Italia c’è bisogno di un polo rossoverde del “popolo inquinato” e sfruttato.
L’ecologia non è un lusso e non può essere un fiorellino sul bavero della giacca di chi governa al servizio del partito trasversale dello smog e del cemento.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale, Elena Mazzoni, responsabile ambiente, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra europea