AgenPress – “L’urlo della madre che pronuncia il nome di suo figlio, morto nel viaggio che doveva assicurargli il futuro, attraversa la durezza dei nostri cuori, ma non ne scalfisce la impermeabilità”. Lo ha detto Renata Natili Micheli, presidente nazionale del Centro italiano femminile sulle immagini della mamma del piccolo Yusuf Ali Kanneh, 6 mesi, morto due giorni fa a seguito del naufragio di un gommone di migranti davanti alle coste di Lampedusa.
“Questa stagione della storia dell’umanità sarà ricordata, per i diversi motivi che l’affliggono, come quella in cui è prevalsa la morale degli scarti umani”, conclude la presidente del Cif.
Con Yusuf sono morte altre cinque persone, mentre i superstiti, insieme ai migranti soccorsi in altri due distinti salvataggi, sono a bordo della nave della Ong alla quale non è stato ancora assegnato un porto di sbarco.
E a Lampedusa per il piccolo Yusuf non c’era una bara piccola per accoglierlo. Stamattina la piccola bara bianca, che sarà tumulata nel cimitero di Lampesua, è finalmente arrivata. Per la sepoltura si attende l’autorizzazione della procura di Agrigento, dice il sindaco Totò Martello, che non ha parole davanti a quest’ennesima tragedia: “Non possiamo stupirci ogni volta per quello che accade nel Mediterraneo, la questione dei migranti è un problema che riguarda tutta l’Europa. E’ un tema che deve trovare unita l’Ue, e per dimensioni e gravità non è diverso da questioni come il terrorismo. Gli attentati in Francia ci riguardano tutti, le morti in mare pure. Non c’è più tempo da perdere”. Alcuni isolani stamattina hanno visitato la bara nella camera mortuaria del cimitero. Una coda composta, rispettosa delle norme anti covid. E la domanda che tutti si fanno è una sola: perché? La mamma di Yusuf (pare abbia solo 17 anni) che si trova nel centro d’accoglienza dell’isola assistita da volontari e psicologi. Il video del salvataggio, con lei che grida ai soccorritori “I loose my baby”, è stato postato sui social dalla Open Arms.