AgenPress. “Gli sprechi del Comune di Napoli sulla gestione di Bagnoli non finiscono mai: l’ennesimo emblema del fallimento di un’intera classe dirigente di sinistra che ha governato in città negli ultimi 30 anni”.
Lo ha dichiarato Severino Nappi, consigliere regionale e coordinatore cittadino della Lega, che segnala “l’esborso di 350mila euro da parte dell’Amministrazione comunale in favore dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per la redazione di un Piano di Caratterizzazione ambientale delle aree marino-costiere prospicienti Bagnoli-Coroglio risalente addirittura a 14 anni fa e restato nel cassetto”.
Il debito risale al 2011 quando il Commissario straordinario trasferì al Comune i beni e le pendenze di ‘Bagnolifutura’; nel 2016 l’Ispra ha richiesto formalmente le somme vantate per l’attività di caratterizzazione ambientale senza ottenere alcun riscontro favorevole e quindi ha citato in giudizio il Comune di Napoli dinanzi al Tribunale Civile.
La giunta De Magistris ha tentato di far calare un velo sulla incresciosa vicenda chiudendola con un accordo conciliativo con cui ha riconosciuto ogni pretesa della Ispra tranne i soli interessi. “Morale della favola amara: da una parte, l’ennesimo spreco per uno studio mai applicato e dall’altra il sostanziale immobilismo sulla bonifica di Bagnoli – prosegue Nappi -.
Un disastro che meriterebbe più di un approfondimento in sede politica sui disastri del fanfaronismo delle sinistre. Basti pensare che nel 2012, invece di sfruttare il lavoro di Ispra, de Magistris ricapitalizzò ‘Bagnolifutura’ con il conferimento ad essa di opere pubbliche realizzate con fondi comunitari, poi aggredite dai creditori dopo il fallimento della Spa nel 2014.
Recentemente – conclude il dirigente leghista – la Corte dei Conti ha ipotizzato un danno erariale di 11 milioni di euro. Non è dato sapere, infine, che cosa stia facendo la struttura commissariale voluto dalla coppia de Magistris-Fico con altri ingenti investimenti di risorse pubbliche.
La storia di Bagnoli, tutta gestita a sinistra in questi lunghi trent’anni, da sola è sufficiente a spiegar perché i napoletani la prossima primavera voteranno massicciamente per la Lega e il centrodestra”.