A nome delle 233mila donne italiane colpite da tumore ginecologico Acto onlus sostiene l’appello rivolto a tutti gli stati europei dalla Società Europa di Oncologia Medica
AgenPress. Con più di 87 milioni di casi e 1,9 milioni di decessi, la pandemia COVID-19 ha avuto un tremendo impatto su tutto il mondo e conseguenze ancor più devastanti sui malati di cancro. I dati GLOBOCAN della IARC – Società Internazionale sulla Ricerca sul Cancro – stimano che il numero di nuovi casi di cancro nel 2020 salirà a 19,3 milioni, di cui 4,4 in Europa a causa dei ritardi provocati dalla pandemia nelle diagnosi e nella prevenzione. Tutto ciò avrà un impatto sull’aumento della mortalità per tumore nei prossimi anni.
In questo scenario, la vaccinazione dei pazienti oncologici diventa una priorità e una questione di salute pubblica per tutti gli Stati Europei.
La Società Europea di Oncologia Medica ESMO rivolge quindi il suo appello agli Stati Membri dell’Unione Europea per invitarli a inserire i pazienti oncologici tra i gruppi cui somministrare prioritariamente il vaccino anti-COVID 19 limitando così il previsto aumento di mortalità per tumore.
Nel suo appello di ESMO chiede in particolare di:
- Vaccinare tutti i pazienti oncologici in accordo con i principi della OMS – Organizzazione Mondiale della Salute, per ridurre i decessi e l’impatto della malattia. I pazienti con malattia attiva o che sono in cura saranno da valutare attentamente.
- Raccogliere accuratamente i dati grazie a registri dedicati, per monitorare gli effetti dei vaccini sulla popolazione vulnerabile, compresi i pazienti con cancro e sotto monitoraggio della risposta immunitaria.
- Informare per aumentare la fiducia nella vaccinazione fornendo ai pazienti oncologici informazioni aggiornate con parole semplici e chiare.
Acto, la rete nazionale di associazioni pazienti per i tumori ginecologici, a nome delle 235mila donne italiane colpite da queste neoplasie, si associa all’appello di ESMO auspicando che le istituzioni sanitarie e politiche italiane vogliano farlo proprio rispettando così il primo principio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla distribuzione e sulla definizione delle priorità per la vaccinazione, cioè ridurre i decessi e l’impatto della malattia proteggendo coloro che ne hanno più bisogno.