AgenPress. Il Coordinamento Animalista, con la coorganizzazione di Animalisti Italiani, Task Force Animalista, A.v.i Associazione Vegani Internazionale, Animal Liberaction, Meta Movimento etico tutela animali e ambiente, annuncia un nuovo capitolo della protesta delle associazioni animaliste per la liberazione degli orsi M49, M57 e DJ3, rinchiusi nel Centro di recupero della fauna alpina di Casteller, uno dei tre dossi che attorniano la città di Trento, gestito dall’Associazione Cacciatori Trentini.
Il centro viene descritto dal sito “trentino.com” come luogo che ospita “ambienti adatti alla riabilitazione della fauna selvatica ferita” e dove gli animali “vengono accolti in grandi recinti con alberi e molto verde”.
La struttura è invece totalmente incompatibile con le caratteristiche etologiche dei tre plantigradi attualmente detenuti che avrebbero bisogno di correre per numerosi chilometri al giorno e vengono costretti ad una detenzione forzata in piccole gabbie di acciaio e cemento, su ordinanza della Provincia di Trento. Animali introdotti nel nostro paese e rinchiusi con la colpa di essersi comportati da orsi. Una vergogna tutta italiana che ha creato profondo sdegno non solo tra gli animalisti, ma tra cittadini e personaggi dello spettacolo.
Gli attivisti si battono da mesi per chiedere l’immediata liberazione dei tre esemplari, le cui condizioni (già oggetto di denuncia da parte di LAV e LEAL) risultano sempre più critiche, tanto da rappresentare un reale pericolo per la loro stessa sopravvivenza. Il Coordinamento animalista, in collaborazione con altre associazioni e gruppi presenti su tutto il territorio nazionale, ha organizzato un corteo per domenica 14 marzo, ore 13.00, che partirà dalla stazione di Villazzano in direzione Casteller.
L’obiettivo dell’evento è quello di tenere accesi i riflettori su una problematica che deve essere necessariamente risolta prima di trasformarsi in tragedia, nonché quella di esortare la Regione Autonoma del Trentino a trovare alternative funzionali al benessere psicofisico degli orsi, come, ad esempio, la previsione dello spostamento dei plantigradi in aree geografiche in cui la loro presenza venga considerata un valore aggiunto e non una minaccia; numerose sono, infatti, le realtà in cui ciò non solo è possibile, ma supportato da progetti di tutela e conservazione.
Gli orsi sono da sempre il simbolo del bosco, restituiamo loro il diritto di viverlo, in libertà.