AgenPress – Le nuove regole saranno annunciate lunedì prossimo e saranno in vigore dal 6 marzo fino al 6 aprile. Intanto già da questa settimana anche le ordinanze sul cambio di fascia delle varie regioni saranno operative dal lunedì “per consentire ai cittadini e ai titolari delle attività di organizzarsi”. Gli allentamenti con il nuovo Dpcm dovrebbero invece essere minimi: rimane il coprifuoco, l’obbligo di mascherina all’aperto e al chiuso, nonché il distanziamento.
Tra le novità, ci sono innanzitutto quelle di metodo. In primis, Draghi ha deciso di coinvolgere costantemente le Regioni e informare prontamente il Parlamento per consentire a deputati e senatori di presentare i loro suggerimenti. Si punta inoltre a comunicare con largo anticipo ai cittadini le decisioni prese dal governo. Un’altra novità, decisa per rendere più veloce l’erogazione dei ristori, è la scelta di aprire la cabina di regia politica di Palazzo Chigi, in cui si prendono le decisioni per il contrasto alla pandemia, anche ai ministri economici.
In Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto legge che proroga il divieto di spostamenti tra le regioni fino al 27 marzo, consentendo comunque “il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione”. Ma le ordinanze regionali o locali che hanno istituito le zone rosse o ‘arancione rafforzato’ vietano questi spostamenti e dunque vanno rispettate perché più restrittive delle norme nazionali. Vista la scelta del governo di prolungare le misure del nuovo Dpcm fino al 6 aprile, è prevedibile che il divieto di spostamenti venga allungato.
Le faq – non aggiornate – presenti sul sito del Governo precisano che anche le seconde case rientrano nelle regole sugli spostamenti. Chi vive in fascia gialla e in fascia arancione può andare nelle seconde case anche se si trovano fuori regione. Non si può invece andare in una seconda casa che si trova in fascia “arancione scuro” e in zona rossa. Chi vive in fascia “arancione scuro” e in zona rossa non può uscire dal comune di residenza e dunque non può andare nelle seconde case, anche se si trovano in fascia gialla o in fascia arancione.
Confermata la didattica in presenza per gli alunni delle scuole superiori tra il 50 e il 75% delle classi in zona gialla e arancione. Solo didattica a distanza invece nelle zone rosse. Dalla scuola dell’infanzia fino alla prima media si andrà invece sempre in aula. Per le scuole saranno i governatori delle Regioni, in considerazione della situazione epidemiologica, a decidere se tornare a chiudere anche solo parzialmente.
Nonostante il pressing di associazioni di categoria, governatori e Lega, l’apertura serale dei ristoranti in fascia gialla non sembra imminente. Le Regioni sperano ancora di ottenere l’ok alla riapertura fino alle 22, in zona gialla, ma pesa il parere negativo del Cts. Se non verrà concessa, i locali dovranno chiudere entro le 18 con l’obbligo di limitare la presenza allo stesso tavolo a quattro persone. Dopo solo domicilio o asporto. In zona arancione e rossa solo domicilio o asporto.
Non dovrebbe cambiare nulla per gli esercizi commerciali, che resteranno aperti ovunque tranne che in zona rossa dove sarà concessa l’apertura soltanto a quelli considerati essenziali: farmacie, alimentari, ferramenta, negozi di telefonia e informatica, quelli per la cura della persona, dai parrucchieri alle profumerie, librerie, negozi di giocattoli, lavanderie. Chiusi ancora ovunque nei weekend i centri commerciali.
Il Cts ha già raccomandato la massima cautela per la ripresa delle attività sportive e dunque anche palestre e piscine continueranno a rimanere chiuse. Si sta valutando la possibilità di autorizzare esclusivamente le lezioni individuali. Restano consentite, anche in zona rossa, le attività motoria e sportiva individuali e all’aperto. Sempre vietati gli sport di contatto e di squadra, anche se per questi ultimi è possibile in zona gialla e arancione allenarsi singolarmente.
Potrebbero riaprire a fine marzo (in concomitanza con la Giornata mondiale del teatro che cade il 27 marzo), secondo quanto indicato dai protocolli depositato ieri al Cts. Previste regole più severe: mascherina obbligatoria sempre, biglietti nominativi prenotati online per consentire il tracciamento, sanificazione al termine di ogni spettacolo, ultima visione entro le 22, ingressi contingentati. Si ipotizza una capienza di un terzo delle sale, anche cinematografiche, fino a un massimo di 500 persone al chiuso e 1.500 all’aperto.
Franceschini ha chiesto al Cts anche un parere affinché i musei, i parchi archeologici e le mostre possano rimanere aperti anche nel fine settimana e non, come avviene adesso, soltanto nei giorni feriali. Una risposta dovrebbe arrivare nella riunione che il Comitato terrà sabato. Si punta anche all’apertura delle mostre temporanee, che invece al momento sono sempre chiuse