AgenPress. Secondo la Confcommercio, nel 2020 c’è stata una riduzione dei consumi di quasi 130 miliardi di spesa persa e per la prima volta in 25 anni si è ridotta la quota di valore aggiunto del terziario del 9,6% rispetto al 2019.
“Uno tsunami si è abbattuto sul commercio. Se per alcuni settori, come abbigliamento e calzature, con la fine del lockdown è atteso un logico e consistente rimbalzo, per recuperare quanto non acquistato nel 2020, per altri, come trasporti, ricreazione, alberghi e cultura, nonostante sia lecito attendersi una ripresa e una ritrovata voglia degli italiani di tornare a spendere, circolare e vivere come prima, non si potranno riprendere i miliardi persi durante la pandemia” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Insomma, sono settori che impiegheranno anni per riprendersi per davvero, anche perchè il crollo del reddito disponibile delle famiglie avvenuto nel 2020, una caduta del 2,8% pari a 32 miliardi, peserà per molto sulle spese non obbligate. Per questo urge una riforma fiscale che ridia capacità di spesa ai ceti meno abbienti” conclude Dona.