AgenPress. «Il Comitato centrale della Federazione Nazionale Ordini Professione Ostetriche esprime il proprio apprezzamento per le parole del presidente del Consiglio, Prof. Mario Draghi in tema di natalità, o meglio della denatalità che da anni ormai caratterizza il nostro Paese, poiché denotano la sua attenzione a tale tematica.
In particolare, vi è piena condivisione nel passaggio del discorso in cui il Premier sottolinea che “Le ragioni per la scarsa natalità sono in parte economiche. Esiste infatti una relazione diretta tra il numero delle nascite e la crescita economica. Tuttavia, anche nelle società che crescono più della nostra, la natalità è in calo. Questo indica come il problema sia più profondo ed abbia a che fare con la mancanza di sicurezza e stabilità. Per decidere di avere figli, ho detto spesso che i giovani hanno bisogno di tre cose: di un lavoro certo, una casa e un sistema di welfare e servizi per l’infanzia.”.
Eppure, l’analisi certamente condivisibile approda a misure di tipo esclusivamente economico (assegni) previste anche nel PNRR che poco hanno a che fare con un concreto sostegno alla sanità che ci si aspetterebbe per le donne, i nascituri, la coppia e la famiglia», commentano le rappresentanti nazionali della professione ostetrica.
“La Federazione nazionale ostetriche da tempo lancia l’allarme sui gravi effetti legati alla denatalità, fenomeno che l’Istat evidenzia costantemente negli ultimi anni nei suoi report con numeri impressionanti che evidenziano un fenomeno di fatto strutturale. Eppure, al di là di qualche sparuto commento, poco o nulla vi è ancora perfino sulla carta. Ecco perché, la Fnopo decide di fare un appello pubblico rivolto al Presidente del Consiglio, Prof. Mario Draghi, e al ministro della Salute Roberto Speranza, e con loro la Politica tutta, per investirli apertamente di tale impegno.
L’auspicio è che, grazie alla loro sensibilità e al ruolo ricoperto, prendano in carico questa tematica che non può più essere rimandata ad altro tempo. Riprendendo dunque le parole del Premier, una delle misure ritenute cruciali da attivare riguarda soprattutto l’offerta di salute come risposta ai bisogni delle donne e che trovano nella promozione della professione ostetrica uno dei cardini essenziali – proseguono i vertici della Federazione Nazionale Ostetriche -.
Uno dei primi punti su cui si ritiene di dover intervenire riguarda la popolazione di riferimento dell’Ostetrica/o che attualmente viene individuata tra i 14 e i 64 anni e che invece va assolutamente rivista affinché tutti gli interventi di competenza dell’Ostetrica/o riguardino le giovani a partire degli 11 anni e le donne oltre i 64 anni. I numeri, infatti, indicano come si sia abbassata l’età delle ragazze sessualmente attive ed è dunque a partire da loro che è necessario intervenire con una corretta informazione sulla prevenzione da malattie sessualmente trasmissibili, per la promozione dei vaccini Hpv e sani stili di vita.
In quest’ottica, il Consultorio familiare è il luogo naturalmente privilegiato, ma che deve essere messo in condizioni di funzionare adeguando il personale ostetrico alla reale richiesta di bisogni di salute delle giovani e delle donne che in tale struttura possono essere seguite in tutto il periodo perinatale e sostenute dopo le dimissioni dal parto per l’allattamento materno. Inoltre, l’Ostetrica/o può rappresentare un valido sostegno anche psicologico per le donne che spesso affrontano la gravidanza in solitudine e/o sono vittime di violenze.
Ancora in tema di gravidanza, per quel che riguarda l’area materno infantile e neonatale, la letteratura scientifica nazionale e straniera, la normativa di riferimento, nonché le evidenze scientifiche dimostrano che l’assistenza ostetrica in autonomia per le gravidanze a basso rischio (con personale di supporto adeguatamente formato) e il rapporto one-to-one offrono migliori esiti di salute per le donne e il nascituro. Si sottolinea, inoltre, che l’Ostetrica è la sola figura professionale sanitaria non medica specificamente formata per la presa in carico della gravidanza, a differenza di quanto riportato non correttamente in alcuni volantini apparsi nei giorni scorsi.
Inoltre, già oggi la legislazione consente di attuare modelli organizzativi basati sulla centralità ostetrica nel basso rischio ostetrico, con le Linee di indirizzo ministeriali del 2017 che devono essere implementate su tutto il territorio nazionale, tenuto conto delle diverse realtà. Al ministro Speranza, si riporta l’attenzione sull’assistenza legata al territorio che trova nell’Ostetrica di famiglia e di comunità la risposta più adeguata in termini di professionista dedicata alla salute della donna e di capacità di intervento capillare poiché è in grado di rintracciare fasce della popolazione femminile altrimenti poco raggiungibili.
L’appello, dunque, è che si pianifichino investimenti su tutto il territorio nazionale in favore della professione ostetrica, che si traducano in un numero appropriato di Ostetriche/i dedicati alla salute della donna, in strutture adeguatamente organizzate. Le donne devono poter trovare le condizioni migliori di accoglienza, preparazione e assistenza alla gravidanza. Solo le misure e gli interventi che guardano al medio e lungo periodo in sanità, welfare e politiche del lavoro sono in grado di far cambiare rotta al fenomeno delle “culle vuote”. Diversamente, invece, si tratterebbe di misure tampone che quindi non porterebbero ai risultati sperati», concludono i vertici Fnopo.