Lega. Legali di Morisi: il flacone non era suo. C’è piena fiducia nel lavoro degli inquirenti

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AgenPress – “Il flacone con del liquido (sul cui contenuto l’Autorità giudiziaria sta compiendo i necessari accertamenti) non era di Luca Morisi, il quale – evidentemente – non può averlo ceduto a terzi”.

È quanto fanno trapelare fonti della difesa dell’ex social media manager di Matteo Salvini. Proprio per questo, aggiungono le stesse fonti, “c’è piena fiducia nel lavoro degli inquirenti” e condivisione delle parole del procuratore della Repubblica di Verona secondo il quale “si tratta di un fatto banale per quanto riguarda l’autorità giudiziaria”.

A far scattare l’indagine sarebbe stato il fermo di due ventenni romeni a un posto di blocco dei carabinieri, che dopo essere stati a casa di Morisi per diverse ore sarebbero andati via in auto imboccando una strada provinciale. Il nodo della vicenda giudiziaria comincia e – forse – termina qui: i due giovani stranieri sosterrebbero che quel liquido trovato durante l’ispezione nel portaoggetti della loro auto era Ghb e che gli è stato fornito da Morisi, il quale nella sua dichiarazione invece ha affermato di non aver commesso alcun reato. Gli stessi suoi difensori smentiscono che potesse appartenere allo spin doctor.

Dal posto di blocco i militari hanno raggiunto l’abitazione di Morisi al cascinale di Belfiore, dove si trovava anche un italiano 50enne, e durante la perquisizione nella casa hanno trovato due grammi di cocaina, una quantità compatibile con l’uso personale e il cui possesso viene punito come un illecito amministrativo e non penale. Morisi è però al momento iscritto nel registro degli indagati per supposta cessione di sostanza stupefacente, “sulla cui natura si attende ancora l’esito delle analisi”, spiega la Procura.

 

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