AgenPress. Matteo Richetti, senatore di Azione, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Azione lista più votata a Roma. “Un risultato così non me l’aspettavo nemmeno io che ho lavorato per la campagna di Calenda, molto bella anche dal punto di vista dell’entusiasmo e della passione –ha affermato Richetti-. Sono stati premiati il lavoro, la serietà, adesso c’è la responsabilità di consolidare e di costruire, non vogliamo che sia un episodio, vogliamo aprire una fase nuova”.
Sull’elettorato di Azione. “Io sono tutto tranne che di destra, sono un uomo di centrosinistra. Penso, come tanti elettori, che il modo di declinare le politiche di centrosinistra: la redistribuzione, il garantismo, la centralità della persone e dei suoi diritti, nelle forze di centrosinistra abbia un po’ smarrito la bussola, per questo abbiamo fondato Azione. Ma queste istante non sono solo di chi ha votato centrosinistra. Ad esempio Enrico Costa oggi dentro ad Azione trova riscontro alle sue idee. Il nostro elettorato è stanco sia dell’uno vale uno che di prima gli italiani. Siamo europeisti, moderati e riformisti. Draghi oggi offre una lezione sul fatto che questi termini possono rappresentare un’esperienza di governo positiva. Io credo che noi siamo il partito di Draghi, il partito più prossimo alla scelta di Draghi premier. Azione, insieme a Leu, è il partito più frequentato dai giovani, quando prendi il 20% in tutta la città non lo puoi prendere solo nella ztl, altrimenti non ne prendi così tanti. Calenda ha fatto la sua campagna in tutta la città. Bisogna dire però che quando vota solo un elettore su due, ti devi porre il problema del perché quelle periferie non vanno a votare alle comunali vuol dire che c’è una rottura molto forte. Al di là del giochino di stereotipare Calenda come quello dei Parioli, lui è tutto tranne che radical chic”.
Sul ballottaggio Gualtieri e Michetti. “La mia storia parla chiaro. Peraltro Gualtieri e Calenda erano candidati nella stessa lista due anni fa. Dopodichè non rinuncio a dire quanta preoccupazione muova rispetto all’ambiguità che il Pd continua ad utilizzare nel suo programma sui temi fondamentali. Si può rassicurare sul fatto che dietro Gualtieri non ci sia la solita filiera? Deve essere chiara la proposta che vogliono fare ai romani”.