AgenPress – Sulle nostre tavole potranno essere serviti piatti a base di carne di coccodrillo. No, non è uno scherzo, ma quanto stabilito recentemente dal nostro Ministero della Salute.
Negli ultimi tempi a livello europeo si è assistito ad crescente interesse nei confronti della consumazione di carne di rettili, tra cui lucertole e alligatori. Il via libera alla commercializzazione delle parti di coccodrillo non è altro che un adeguamento ad una norma europea che autorizza la vendita di rettili di allevamento che appartengono alla specie Coccodrillo del Nilo (Crocodylus niloticus), diffusi in Africa.
Come si legge nella nota, potranno quindi essere messi commercio “carni di rettili parti commestibili, trasformate o non trasformate, ottenute da rettili d’allevamento che, se del caso, sono autorizzate conformemente al regolamento (UE) 2015/2283 e figurano nel regolamento di esecuzione (UE) 2017/2470 della Commissione”.
Viene precisato, inoltre, che la carne dei coccodrilli destinata al consumo possono essere importate nei Paesi Ue soltanto se proviene da Svizzera, Zimbabwe, Botswana, Vietnam e Sudafrica e se presenta uno specifico certificato sanitario. Fonte: Ministero della Salute
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha anche, individuato i possibili pericoli derivanti dal consumo della carne di rettili. – si legge nella nota ministeriale – Di conseguenza la Commissione europea ha incluso la carne di rettili nel regolamento di esecuzione (UE) 2015/1375, per la ricerca della Trichinella e nel regolamento (CE) n. 2073/2005 per la ricerca della Salmonella come criterio di sicurezza alimentare. Inoltre, al fine di garantire la sicurezza delle carni di rettili, ed in aggiunta alle vigenti norme generali in materia di igiene di cui al regolamento (CE) n. 852/2004, la Commissione ha ritenuto opportuno introdurre, in fase di macellazione, anche controlli 2019/627 (ispezioni ante mortem e post mortem).
A seguito di questa autorizzazione, è molto probabile che presto si assista ad un boom della vendita di carne di coccodrillo – considerata molto pregiata e venduta a caro prezzo (fino a 150 euro al chilo) – nei ristoranti italiani, come se già non fossero abbastanza gli accessori realizzati con la pelle di questo rettile e gli animali presenti sui vari menù.
Ce n’era davvero bisogno?