AgenPress. Alla Cop26 di Glasgow hanno prevalso ancora una volta gli interessi particolari delle grandi potenze. Al vertice scozzese sono state rimandate le decisioni più importanti, lasciando i Paesi più vulnerabili senza la necessaria assistenza per fronteggiare i cambiamenti climatici – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro.
Cina e India l’hanno spuntata, ottenendo un passo indietro sui combustibili fossili. Al tempo stesso, Stati uniti e Unione europea si sono rifiutati di concedere una struttura di finanziamento per i danni causati dagli eventi meteorologici estremi al Gruppo dei 77, formato da 130 nazioni che ospitano l’85% della popolazione mondiale.
Alcuni impegni sono stati messi nero su bianco, come quello di raggiungere la cifra complessiva di 600 miliardi di dollari per l’adattamento entro il 2025, ma non sono sufficienti per invertire la tendenza in atto – continua Tiso. I cambiamenti climatici hanno un impatto sulla vita quotidiana di tutti e la popolazione ne sta prendendo sempre più coscienza. Secondo una recente indagine, l’inquinamento dell’aria è considerato dal 47% degli italiani la prima emergenza ambientale. L’esito della Cop di Glasgow non rispecchia tuttavia questa nuova consapevolezza.
Se a livello internazionale i progressi sono lenti e sofferti, molto si può fare per migliorare la vita nelle grandi città e sensibilizzare ulteriormente il pubblico. Una chiara indicazione in questo senso proviene dall’ultimo rapporto sulla qualità dell’aria in Europa pubblicato dall’Agenzia europea dell’ambiente. Leggendo il documento, si scopre che l’Italia è al primo posto fra gli Stati Ue per numero di morti per biossido di azoto (10.640 decessi) e al secondo dopo la Germania per i rischi da particolato fine PM2,5 (49.900) e ozono (3170).
Il nostro paese dispone inoltre di soli 33,8 metri quadrati di verde urbano per abitante. La svolta verde passa anche per un piano di riqualificazione urbana di parchi e giardini, che abbia l’obiettivo dichiarato di migliorare la qualità dell’aria e della vita, sostenendo allo stesso tempo l’economia e l’occupazione.