AgenPress – Patrick Zaki è libero. È stato scarcerato da un commissariato di Mansura e ha riabbracciare la madre in una stretta via su cui affaccia il commissariato, fra transenne della polizia del traffico e un camion con rimorchio. Per abbracciare la madre Patrick ha lasciato a terra un sacco bianco di plastica che portava assieme a una borsa nera.
“Tutto bene”. Queste le prime parole che Patrick Zaki ha pronunciato, parlando in italiano. “Sto aspettando, vedrò nei prossimi giorni cosa succede: voglio essere in Italia il prima possibile, appena potrò andrò direttamente a Bologna, la mia città, la mia gente, la mia università. Voglio dire molte grazie agli italiani, a Bologna, all’Università, ai miei colleghi, a chiunque mi abbia sostenuto”
Una delle prime cose che Patrick Zaki ha fatto non appena arrivato a casa è stato indossare una maglietta dell’Università di Bologna, che l’ateneo gli aveva fatto recapitare. La rete degli attivisti che per 22 mesi si è battuta per la sua liberazione ha diffuso una foto in cui Patrick indossa, orgoglioso, la maglietta della sua Università.