AgenPress – In tutto il 2020, l’Italia e l’Europa hanno rappresentato un’eccezione in contro-tendenza rispetto alla situazione globale: mentre nel mondo il numero delle persone in fuga continuava ad aumentare, fino a una stima di 82,4 milioni, nel nostro continente si sono registrati meno arrivi “irregolari” di rifugiati e migranti (- 12% rispetto al 2019) e meno richiedenti asilo (crollati di ben un terzo)”.
È quanto afferma il rapporto 2021 sul diritto di asilo della Fondazione Migrantes a cura di Cei, sottolineando come “la pandemia di Covid-19 ha reso ancora più gravoso qualsiasi motivo, qualsiasi spinta a lasciare la propria casa, la propria terra. Dai conflitti alle persecuzioni, alla fame, all’accesso alle cure mediche fino alla possibilità di frequentare una scuola, il Covid ha inasprito il divario fra una parte di mondo che vive in pace, si sta curando, tutelando e sopravvivendo e un’altra che soccombe, schiacciata da una disparità crudele”.
“Fra l’agosto 2020 e il luglio 2021 – prosegue il dossier nel focus dedicato ai confini italiani, su 49.280 rifugiati e migranti sbarcati in Italia, quelli soccorsi da navi di ong sono stati solo 4.239, il 9% scarso, meno di uno su 10. Fra il 2016 e la metà di giugno 2021 sono state coinvolte in azioni sar (search and rescue, ricerca e soccorso) nell’intero Mediterraneo 30 navi e tre aerei da ricognizione di ong di 11 paesi. Di questi 33 mezzi, 22 sono incappati in procedimenti giudiziari”.
“Alle soglie dell’inverno 2021-2022, si evidenzia, su entrambi i lati della frontiera italofrancese l’assistenza e l’accoglienza dei migranti “in transito” continua a pesare in gran parte su volontari, società civile e risorse private, nel contesto di un grave disinteresse istituzionale (con l’aggiunta di episodi di “criminalizzazione della solidarietà”).
L’unica struttura rimasta aperta in Alta Valsusa, il rifugio Fraternità Massi di Oulx, solo fra marzo e luglio 2021 ha registrato 4.437 passaggi di migranti con oltre 60 cittadinanze extra-ue; per ben un terzo, 1.547, si tratta di afghani: fra questi ultimi, numerose famiglie arrivate dagli stenti e dalle violenze della rotta balcanica”.