AgenPress – Alika Ogorchukwu le ha chiesto l’elemosina e l’ha presa per un braccio. Lei si è divincolata e hanno proseguito. Poi, mentre lei entrava in un negozio, lui è tornato indietro e ha aggredito l’ambulante, ammazzandolo di botte. È questa la versione di Elena, la compagna di Filippo Ferlazzo, l’assassino reo confesso del 39enne nigeriano ucciso venerdì a Civitanova Marche.
“L’ho visto arrivare verso di me sporco di sangue, con un cellulare in mano che non era il suo. Gli ho detto: Filippo che hai fatto, che hai combinato? Lui mi ha risposto piano all’orecchio, quasi sussurrando: andiamo, ho picchiato uno“, ha raccontato Elena, la compagna di Filippo Ferlazzo, spigando gli attimi successivi al brutale omicidio.
Elena ha raccontato agli inquirenti cosa è successo prima della brutale aggressione compiuta dal suo fidanzato. I due stavano camminando lungo il corso quando Alika Ogorchukwu si è avvicinato sorretto dalla stampella, ha chiesto loro l’elemosina e ha preso la donna per un braccio.
“Lì per lì non è successo niente, io mi sono divincolata senza problemi, non ero affatto sconvolta e così siamo andati avanti per la nostra strada“, ha detto la donna. La cosa sembrava finita lì.
I due proseguono, passano i minuti, e arrivano di fronte ad un negozio di abbigliamento: lei entra e lui resta fuori. Poi, ha spiegato la donna, quando si affaccia in strada per chiamarlo, lui non c’è più. Era tornato indietro per affrontare e aggredire Alika Ogorchukwu, lo ha colpito ripetutamente prima con la sua stampella e poi a mani nude, fino ad ammazzarlo.
“Pregavo dentro di me che si risvegliasse, ma poi ho capito che non c’era più niente da fare”, ha detto la donna mentre stava sul marciapiede, davanti ai tentativi disperati dei medici di rianimare il 39enne nigeriano.
“Sono molto arrabbiata con lui”, ha detto Elena. “In un attimo Filippo ha distrutto tutto, sogni e progetti. Spero che in carcere un giorno si renda conto che ci siamo rovinati la vita. Io e lui”.
E proprio sull’assassino c’è un risvolto psichiatrico e alcune domande. Se Ferlazzo aveva un amministratore di sostegno, pare fosse la madre, perché questi non era vigilato? Bisognerà avviare una serie di verifiche”, ha detto l’avvocato Francesco Mantella, legale della famiglia di Alika Ogorchukwu. “Abbiamo piena fiducia nell’operato della Procura di Macerata”.