AgenPress. Nel nostro Paese la beffa più grande che i potenti della politica, della finanza e dei media hanno fatto è stato convincere milioni di italiani che il conflitto di interessi riguardasse solo il “Tinto Bass” di Arcore.
Scemenze. Scemenze, tra l’altro, pericolosissime. Magari il conflitto di interessi sarà anche un punto all’interno di uno dei programmi dei partiti politici ma non mi pare sia uno dei principali temi della campagna elettorale. Eppure sono soprattutto gli ignobili conflitti di interessi a colpire il nostro Paese dal punto di vista economico, produttivo e persino culturale.
Dalle parti del PD nessuno più si sogna di parlare dell’impero mediatico di Berlusconi. Figuriamoci. Quella massa di sepolcri imbiancati dovrebbe prendersela anche con il Gruppo GEDI in mano agli Elkann-Agnelli e nessuno di loro ha il fegato per farlo.
Il punto però è che vi sono altri conflitti di interessi potenzialmente pericolosissimi per i diritti e le tasche degli italiani. Per esempio quelli tra politica e finanza e quelli tra sindacati e partiti politici.
Conoscete il Dipartimento del tesoro? Si tratta di un dipartimento del Ministero dell’economia che “supporta” la politica economica e finanziaria del governo. Ebbene 3 degli ultimi 5 Direttori generali del tesoro (Mario Draghi, Domenico Siniscalco e Vittorio Grilli) sono “magicamente” finiti nelle banche d’affari.
Draghi venne nominato vicepresidente per l’Europa di Goldman Sachs nel 2002. Siniscalco, dopo aver fatto il ministro dell’Economia sotto Berlusconi, fu nominato managing director e vicepresidente di Morgan Stanley. Grilli, anche lui a capo del MEF sotto Monti, nel 2014, divenne presidente del Corporate & Investment Bank di JPMorgan.
Non sono conflitti di interessi questi? Uomini delle istituzioni e ministri che hanno avuto a che fare con derivati, titoli di Stato, finanza pubblica, banche che finiscono in una merchant bank con stipendi faraonici (sarebbe bello sapere quanto Draghi ha guadagnato in Goldman Sachs tra l’altro).
E non sono in conflitto di interessi quei sindacalisti che dovrebbero tutelare i lavoratori opponendosi alle porcate dei partiti e che poi finiscono nei partiti stessi eletti in Parlamento in collegi blindati? Ricordo che 3 degli ultimi 4 segretari generali della CGIL sono finiti nel PD.
Sergio Cofferati (prima sindaco di Bologna poi europarlamentare PD), Guglielmo Epifani (pace all’anima sua, deputato PD e poi uscito, giustamente dal partito peggiore d’Italia) ed ora Susanna Camusso. Milanese di nascita ma paracadutata da Letta come capolista al Senato in Campania.
Tra l’altro questa di paracadutare gente in collegi diversi dai luoghi di residenza è una prassi, ormai, tipica di tutti i partiti politici. Nessuno più può permettersi di criticare la Boschi paracadutata a Bolzano perché a Laterina non l’avrebbero votata neppure sotto tortura.
L’Italia è una Repubblica semilibera fondata sui conflitti di interessi. Conflitti che riguardano tutti e che tutti evitano di risolvere per convenienza passata, presente e soprattutto futura.
E’ quanto dichiara Alessandro Di Battista sul suo profilo FB.