AgenPress. Soprattutto negli ultimi tempi, si sente sempre più parlare di diffide, degli atti che, a differenza di altri di tipo giuridico, non hanno nessun legame con il tribunale in quanto vengono redatti in linea di massima da un privato cittadino e inviate dal proprio avvocato.
Nel caso di ricezione, in molti casi non si sa come rispondere o come comportarsi, vediamo quindi in questo articolo quali sono le loro principali caratteristiche e cosa fare.
Cosa si intende per diffida
Sempre più persone negli ultimi anni si servono di avvocati di propria fiducia per poter inviare delle diffide e le motivazioni, a questo proposito, sono diverse.
Partiamo col dire che una diffida è un atto con cui un privato, tramite suo legale o in autonomia, può far pervenire un invito alla controparte per compiere un’azione oppure per astenersi da un comportamento.
Seppure è possibile sottoscriverla da sé, la maggior parte degli interessati sceglie comunque di affidarsi ad avvocati di fiducia, adeguatamente preparati e competenti, così da poter essere consigliati al meglio, come avviene ad esempio con https://www.outletlegale.com/.
In linea di massima, una lettera di diffida viene recapitata tramite posta raccomandata o posta elettronica certificata e al suo interno contiene l’intimazione a cui adempiere, un termine e una dichiarazione che attesta che il contratto si intenderà risolto in caso di inadempimento.
Possiamo considerarla come “un’ultima possibilità” attraverso una sollecitazione al destinatario, prima di procedere con una causa in tribunale o la richiesta di un decreto ingiuntivo.
Le sue caratteristiche e come comportarsi quando se ne riceve una
Come abbiamo già accennato, la diffida non coinvolge il tribunale, ma viene preferibilmente redatta da un avvocato di fiducia che provvederà a compilarla anche in base alle informazioni fornite dal cliente.
In questo modo si potrà avere in un eventuale futuro contenzioso la prova di aver già provveduto a manifestare le proprie richieste alla controparte.
Per quanto riguarda le tempistiche, il Codice Civile stabilisce che la controparte ha a disposizione un termine minimo di 15 giorni, che in caso di azione più semplice, però, può essere ridotto o all’occorrenza allungato.
È importante poi sottolineare che non c’è alcuna differenza tra diffida legale scritta e inviata dal proprio avvocato di fiducia e quella scritta di proprio pugno da un privato e inviata personalmente.
Qualsiasi sia il tipo di diffida che ci si trova davanti, infatti, questa avrà le stesse caratteristiche e le stesse conseguenze, indipendentemente da chi o come sia stata inviata. È bene quindi prestarvi sempre le dovute attenzioni e agire di conseguenza.
Nel caso in cui ci si trovi infatti ad essere i destinatari di una diffida, non è obbligatorio rispondere, ma, sempre nell’ipotesi che si possa arrivare a un contenzioso che coinvolga successivamente il tribunale, meglio farlo.
In questo modo si potrà dimostrare davanti al giudice che si è fatto del proprio meglio per difendersi e per contestare le eventuali accuse. La soluzione migliore se si è convinti della propria ragione è rispondere con una formula standard, che cita: “Contesto integralmente quanto mi si chiede perché destituito di fondamento in fatto e in diritto”.