AgenPress. Il Tribunale di Foggia ha rinviato a giudizio 38 persone tra fantini, affiancatori, carrieri imputati del reato, in concorso tra loro, di maltrattamento di animali nei confronti dei bovini e dei cavalli coinvolti nella corsa delle Carresi di Chieuti del 2018, unitamente al sindaco, per avere organizzato e promosso la corsa che comportava strazio per i medesimi animali che in essa erano impiegati. Persero la vita un bue stremato durante le prove, ed una persona travolta da un cavallo e poi investita da uno dei carri dei buoi. Confermata la notifica al Partito Animalista Europeo, parte offesa nel processo, ed udienza fissata per il prossimo 19 gennaio.
” Una corsa barbarica altro che una manifestazione storico culturale. Per tutta la durata della gara i buoi legati ai carri sono costretti a fatiche insopportabili e a correre, inseguiti e colpiti con violenza dalle lance appuntite dei fantini, su strade asfaltate ed inadatte fino allo stremo delle loro forze. Difatti un bue è deceduto stremato nel corso delle prove. – dichiara il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli – Più che tradizione folcloristica tali crudeli manifestazioni incentrate sulla sofferenza e sacrificio degli animali evidenziano una arretratezza culturale ed assenza di civiltà e sensibilità che potevano interessare, forse, le popolazioni umane vissute nel Paleolitico, oggi anacronistiche.
Tutti rinviati a giudizio, fantini organizzatori e sindaco, prima volta nella storia, sicuramente i giudici hanno tenuto conto del valore della tutela degli animali formalmente riconosciuto nell’articolo 9 della Costituzione nuovo comma 3, tra i principi fondamentali dell’ordinamento italiano, a seguito delle modifiche apportate con la legge costituzionale 11 febbraio 2002, n. 1, nella parte in cui dispone che la Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali. La norma costituzionale, pertanto, garantisce la centralità e la statualità della disciplina di tutela degli animali.”