AgenPress. Il Comune di Crispiano lo celebra con una iniziativa di altissimo significato: intitola una via pubblica al concittadino Vito Antonio Castronuovo, vittima della follia nazista, deportato nel campo di Sarreguemines (Lorena), dove il 5 luglio 1944, trovò la morte a soli 37 anni, per insufficienza cardiaca, edema polmonare a seguito di denutrizione.
il soldato Vito Antonio Castronuovo, classe 1907, nel 1931 aveva sposato Angela Paola Stallo. Richiamato in guerra aveva combattuto al nord della Lorena aggregato al 529° Reggimento Trasmissioni. Lasciò due bambini in tenera età e una giovane moglie che visse tutta la vita nel suo ricordo, dedicandosi completamente ai figli, per assicurargli una crescita dignitosa.
Dopo lunghe ricerche la sua famiglia nel 2000 era riuscita a trovare il luogo di sepoltura a Saargemunt, e il 3 dicembre dello stesso anno a riportare a Crispiano i suoi resti. All’arrivo gli furono tributati gli onori civili, militari e religiosi come meritava.
Alla cerimonia di scopritura della targa sono intervenuti i figli Giuseppe Antonio e Francesco, gli altri famigliari, il Sindaco di Crispiano Luca Lopomo, Michele Vinci direttore artistico dell’Associazione culturale- teatrale “Compagnia del Velario” promotore della iniziativa, i consiglieri comunali Valentina Mastronuzzi e Pietro Liuzzi e il Prefetto crispianese Francesco Tagliente. Hanno preso parte altresì le Associazione Nazionale Bersaglieri, Fanti e Sottufficiali di Crispiano e una rappresentanza della comunità crispianese.
Michele Vinci aprendo gli interventi ha ricordato la figura di Vito Antonio e le atrocità e la fame subite dai deportati nei campi di concentramento.
A seguire hanno perso la parola il prefetto Tagliente e il Sindaco Lopomo ricordando la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.