G7. Il crescente arsenale nucleare della Cina è una “preoccupazione per la stabilità globale”

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AgenPress – L’arsenale nucleare cinese in rapida crescita è una “preoccupazione per la stabilità globale e regionale”. Lo hanno detto venerdì i leader del Gruppo dei Sette dopo i colloqui sul disarmo nucleare nella città giapponese di Hiroshima.

Il think tank SIPRI stima che la Cina abbia una scorta di circa 350 testate nucleari, una piccola somma se confrontata con Stati Uniti e Russia.

Ma sta crescendo rapidamente e il Paese potrebbe avere 1.500 testate entro il 2035 , secondo una stima del Pentagono pubblicata a novembre.

Le preoccupazioni per la costruzione sono aumentate in Occidente ei leader del G7 hanno avvertito che l’espansione “senza trasparenza né un dialogo significativo pone una preoccupazione per la stabilità globale e regionale”.

Sin dal suo primo test nucleare nel 1964, la Cina si è accontentata di mantenere un arsenale relativamente modesto e ha sostenuto che non sarà mai la prima a utilizzare armi nucleari in un conflitto.

Ma negli ultimi anni, sotto il presidente Xi Jinping, ha avviato una massiccia campagna di modernizzazione militare che include l’aggiornamento delle sue armi nucleari non solo per scoraggiare i nemici, ma anche per essere in grado di contrattaccare se la deterrenza fallisce.

Ad aprile, anche i ministri degli Esteri delle ricche democrazie del G7 hanno messo in guardia sull’espansione della capacità nucleare cinese, sollecitando “discussioni strategiche sulla riduzione del rischio” con Washington e una maggiore trasparenza da parte di Pechino.

Anche i leader del G7, che venerdì scorso hanno deposto ghirlande in un memoriale per le circa 140.000 persone uccise nel bombardamento nucleare di Hiroshima, hanno preso di mira la Russia.

Hanno condannato la sua “retorica nucleare irresponsabile” e hanno definito “pericoloso e inaccettabile” un piano per stazionare armi nucleari in Bielorussia.

Hanno anche criticato la proliferazione, mettendo in guardia la Corea del Nord contro “azioni provocatorie” e sollecitando l’Iran a “cessare le escalation nucleari”.

Il documento è la prima volta che un vertice del G7 ha prodotto una dichiarazione dei leader incentrata sul disarmo nucleare, un riflesso degli sforzi del primo ministro giapponese Fumio Kishida, originario di Hiroshima.

Ha cercato di spingere la questione all’ordine del giorno durante i colloqui di tre giorni e in precedenza ha guidato i leader intorno al museo della pace di Hiroshima, dove hanno affrontato le prove delle sofferenze inflitte dall’attacco nucleare statunitense del 6 agosto 1945.

I leader hanno ribadito il loro impegno a raggiungere un mondo senza armi nucleari “con una sicurezza inalterata per tutti”, un avvertimento che fa cenno alla difficoltà di ottenere progressi nel disarmo nucleare nell’attuale clima di sicurezza globale.

“Raggiungere il mondo che speriamo di vedere richiede uno sforzo globale per portarci dalla dura realtà all’ideale, non importa quanto stretto possa essere il percorso”, hanno affermato i leader, senza offrire impegni concreti propri.

Tre membri del G7 – Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia – hanno armi nucleari, e gli altri sono protetti dall'”ombrello nucleare” degli Stati Uniti.

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