AgenPress – La quota dei 60 miliardi di metri cubi di gas previsti al 2030 “deve avere come garanzia almeno un 35-40 miliardi da rigassificatori, perché vuol dire che la metà comunque funziona. Questo è il criterio della sicurezza, perché è chiaro che in questo momento superare i 25 miliardi di metri cubi dall’Algeria.
Così il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, durante il primo Forum delle energie rinnovabili Renewable Thinking a Saint-Vincent (Aosta). “Il disegno che abbiamo è di evitare – ha detto il ministro – la dipendenza assoluta da un solo fornitore o comunque avere un fornitore che rischia di inchiodarci”.
“Noi abbiamo cinque pipeline. Delle cinque – ha spiegato il ministro Pichetto Fratin – io credo che un’operazione di previsione, anche con relativi stanziamenti, sia quella di girare Tarvisio, dove attualmente arriva una media di cinque milioni di metri cubi al giorno, quindi una cifra abbastanza modesta e che peraltro giriamo all’Austria. Passo Gries dove prendiamo gas norvegese, anche qui io ho visto gli svizzeri la settimana scorsa, abbiamo un po’ di accordi con i tedeschi, dovrebbe essere girato al contrario. Poi abbiamo l’Algeria, la Libia e il Tap, il famigerato Tap che è stato la salvezza del nostro Paese. Non avessimo avuto il Tap avremmo dovuto chiudere un’ora al giorno l’Italia”.
“E’ chiaro – ha aggiunto il ministro – che sicurezza vuol dire essere sicuri di ogni evenienza. La dimostrazione ce l’abbiamo già adesso dalla Libia. Dalla Libia prendiamo un terzo, anche meno, di ciò che il tubo potrebbe portare. E allora come facciamo a essere sicuri? L’elemento sicurezza sono i rigassificatori, perché con i rigassificatori io posso far arrivare navi di gas da tutto il mondo”.