AgenPress. “Nella mattinata di ieri, nel carcere di Monza, il personale di Polizia Penitenziaria ha sorpreso una donna in possesso 100 grammi di sostanza stupefacente introdotta nel penitenziario per poterla poi consegnare a suo figlio detenuto durante il colloquio tra ristretti e familiari”.
Lo comunica Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “L’operazione è stata condotta nell’ambito delle indagini per il contrasto all’introduzione di sostanze stupefacenti in carcere che permette di individuare in maniera preventiva i tentativi dei familiari. Il carcere di Monza è uno dei più sovraffollati d’Italia con 680 detenuti presenti su 400 previsti. Nonostante la carenza di Polizia Penitenziaria, soprattutto nel ruolo degli Ispettori e dei Sovrintendenti, il personale riesce a garantire la sicurezza anche nel contrasto all’introduzione di droghe nel carcere”.
“Il traffico di stupefacenti – prosegue il sindacalista – quando avviene in carcere assume aspetti ancora più gravi perché permette di mantenere e consolidare gerarchie che la detenzione stessa dovrebbe interrompere. Le indagini odierne confermano le nostre preoccupazioni su quanto avviene nelle carceri italiane, anche attraverso l’uso di telefonini e droni, ma confermano anche la fiducia e la stima nelle migliaia di Poliziotti penitenziari che lavorano ancora con determinazione al servizio del Paese. E’ urgente però il potenziamento del servizio cinofili della Polizia Penitenziaria, con unità da impiegare nelle carceri più esposte al traffico di droghe”.