AgenPress – “Come dimostra un’ampia letteratura, un salario minimo per legge, se ben implementato all’interno dei meccanismi della contrattazione collettiva, non indebolisce ma rafforza la stessa”.
Lo si legge in un documento a firma di cinque consiglieri del Cnel, Marcella Mallen, Enrica Morlicchio, Ivana Pais, Alessandro Rosina, Valeria Termini, nominati dalla presidenza della Repubblica, in cui si sottolinea che “tutti i Paesi del G7 (tranne l’Italia) e quasi tutti i Paesi europei hanno una legislazione sul salario minimo” e presentano una proposta per “la sperimentazione della tariffa retributiva minima”.
Il salario minimo – è scritto – non va inteso come sostituto della contrattazione ma può essere complementare.
“Sembra ragionevole pensare che, come strategia cautelativa, il salario minimo possa essere sperimentato, non solo per l’impatto oggettivo verso le categorie marginali (più esposte alle criticità) ma anche soggettivo su tutti i lavoratori, in particolare sulle fasce marginali – per lo più giovani, donne e immigrati -, rispondendo al principio – che è poi il cuore dell’Agenda 2030 – di ‘non lasciare indietro nessuno’, in una logica di inclusione, riduzione delle diseguaglianze e rispetto dei diritti e della dignità dei lavoratori, a partire dai più poveri”.
Si propone, quindi, “a fianco dell’impegno a rafforzare gli istituti della contrattazione collettiva, l’introduzione temporanea di una tariffa retributiva minima che in via sperimentale verrebbe applicata solo ad alcuni settori, in particolare quelli con situazione più problematica e con oggettive evidenze di fragilità dei lavoratori non (ancora) risolte dalla contrattazione collettiva”.
La tariffa retributiva minima, secondo la proposta degli esperti, “potrebbe essere fissata prendendo come riferimento i minimi retributivi dei contratti che, a seguito di un esercizio di natura comparativa sulla base di criteri condivisi da una commissione del Cnel e con riferimento ai parametri adottati dalla direttiva Ue, vengano giudicati qualitativamente più protettivi per il relativo settore produttivo”.